FSP Italia: Sr M. Giacomina Monticone

Nazione di nascita: Italia
+ 05/03/2013 Alba

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questa mattina, alle ore 8,30, nell’infermeria della casa “Divina Provvidenza” di Alba, il Padre misericordioso ha chiamato a sé la nostra sorella

MONTICONE ROSA Sr MARIA GIACOMINA
nata a San Damiano (Asti) il 20 marzo 1915

Sr M. Giacomina è passata all’altra vita silenziosamente: il cuore ormai stanco ha semplicemente cessato di battere. Pur essendo allettata da alcuni mesi, con un organismo letteralmente consumato, è stata, fino alla fine, vigile, arguta e gioiosa come lo era stata in tutta la sua vita. Solo ieri pomeriggio, aveva confidato alla sorella che l’accudiva: «Sono contenta». Poche parole che sintetizzano bene il suo vissuto.

Entrò in Congregazione nella casa di Alba, il 25 marzo 1934 e dopo un breve tempo di formazione, nel 1935 venne inviata a Pavia e ad Alessandria per occuparsi della diffusione nelle famiglie. Quelle prime esperienze apostoliche diedero un colpo d’ala a Sr Giacomina, chiamata a divenire una grande propagandista paolina, una sorella che ha molto amato la missione e ha sempre avuto la certezza di essere una portatrice di Luce, di essere lei stessa luce per le persone di ogni età che incontrava nei grandi casolari della pianura padana, nei paesi e nelle città.

Visse a Roma il noviziato che concluse con la prima professione, il 10 febbraio 1939. E subito dopo raggiunse nuovamente la comunità di Pavia dove sarebbe rimasta per quasi vent’anni. La prontezza, il sorriso, la grande apertura di cuore, la semplicità erano caratteristiche che affascinavano quanti incontrava e le sorelle che avevano il dono di condividere il suo ardore missionario. Attraversava in bicicletta le campagne per arrivare alle case più sperdute e non tralasciare le persone che il Signore affidava alla sua premura di apostola. Come Paolo, si sentiva debitrice verso tutti della luce del Vangelo, per tutti aveva una parola di consolazione, di pace, di gioia. E spesso, la sua affabilità compiva un piccolo miracolo: le borse colme di libri si trasformavano in borse colme di uova e di provviste che le venivano donate con larghezza dagli agricoltori  e dalle famiglie contadine.

Nel 1958, venne chiamata a un’obbedienza molto costosa: lasciare il contatto diretto con la gente e dare un apporto alle comunità, nei servizi più strettamente casalinghi…