PDDM Italia: Madre M. Tecla Molino

Nazione di nascita: Italia
+ 07/07/2013 Sanfrè

Carissime Sorelle,
Ieri sera, 7 luglio 2013, alla conclusione della Prima Domenica del mese di luglio, dedicata al
Divin Maestro, alle ore 19,45 è introdotta alle Nozze eterne, lungamente attese, la nostra carissima:

MADRE M. TECLA PIERINA MOLINO
nata il 15 dicembre 1919 a Ferrere d’Asti (AT)

Entra in Congregazione giovanetta, piena di entusiasmo, in Alba il 10 aprile 1933 all’età di 14
anni. Madre Maria Tecla stessa scriveva: “La storia della mia chiamata alla consacrazione religiosa tra le Pie Discepole del Maestro Divino, posso dire umilmente, é stata tutta all’insegna dell’amore di Dio, in maniera molto chiara per me. Non posso dire a quale età esattamente, ma molto presto, tra i cinque e i sette anni circa, mi sono detta: “Io mi faccio suora”. Il l0 aprile 1933, lunedì santo, feci ingresso ad Alba, San Paolo. Mi accolse Madre M. Antonietta Marello, maestra delle Postulanti. Povertà, lavoro per tutti, molta gioia e preghiera! Si sentiva pregare ovunque: in Chiesa, nel grande Tempio non ancora ultimato ma già pieno all’inverosimile di panche provvisorie e non comode per davvero! Ma non solo! si sentiva pregare ovunque, nei reparti dei giovani, in tipografia, in legatoria ecc.; si sentiva pregare e cantare dopo i pasti sino alla sera nelle ampie camerate, prima del riposo: “Vergine Maria Madre di Gesù fateci santi!”. A me piaceva molto quel momento di sera, mentre le Pie Discepole stavano ancora asciugando quel monte di posate che non finiva mai. A me piaceva tutto, anche il cibo, non scarso, ma poco invitante. Dicevo a me stessa e lo ricordo bene: tutti mangiano e sono contenti così, anch’io posso stare bene così, e mi nutrivo allegramente! Ed ero felice, e scrivevo ai miei che ero tanto contenta, li ringraziavo per i sacrifici che avevano fatto per me, pregavo per loro”.
Subito, a quei tempi, si era inviate dove c’era bisogno, così ricorda che ad un certo momento
Madre Scolastica la manda in Francia in propaganda. “Mi pare fosse nel ’36. Dovevamo fare
propaganda, dovevamo guadagnare qualche cosa da mandare ad Alba a sostegno della Società San Paolo”. La giovane postulante Pierina viene poi richiamata ad Alba per il Noviziato.
Il 1938 è stato un anno decisivo per la nostra Congregazione dal momento che don Alberione aveva visto l’urgenza di dare formazione propria alle Pie Discepole, sotto la cura pastorale del Beato Timoteo Giaccardo, incaricato espressamente dal Fondatore. Dal 1939 al 1940 Sr Pierina fa parte del primo gruppo di noviziato: ha come maestra la giovane M. M. Lucia Ricci, assistita dal Maestro Giaccardo. Queste presenze la segneranno profondamente nel suo cammino spirituale e nel suo servizio futuro. Il 25 marzo 1940 emette la Prima Professione e riceve il nome di Tecla, in ricordo della discepola di S. Paolo.
Il 25 marzo 1946, sempre ad Alba, emette la Professione Perpetua.
Dal 1940 al 1947 è maestra delle aspiranti e, contemporaneamente, si impegna nello studio di alcune materie teologiche. Nel 1947 viene nominata Maestra delle novizie. Svolge tale ministero ad Alba fino a quando il noviziato sarà trasferito a Roma, nel 1954. Svolge questo compito fino al 1960 con due brevi intervalli: nel 1949 durante il quale, per ragioni di salute sta a Sanfrè e nel 1956-1957.
Eletta consigliera generale nel primo Capitolo Generale (1957) svolge contemporaneamente altri ministeri. É Superiora locale nella Comunità RA di Roma (Portuense) (1960-1962) e quindi missionaria prima in Argentina (1962-1966) e successivamente negli Stati Uniti (1966-1968), con una delega pure per il Messico e per il Canada. Dal 1969 al 1981, è vicaria generale ricoprendo nuovamente, dal 1977, il compito di superiora locale nella Comunità RA di Roma.
Nel III Capitolo Generale del 1981 viene eletta Superiora Generale e rieletta per un secondo
mandato nel IV Capitolo del 1987. Durante questi due mandati Gesù Maestro ha fatto dono di molta vitalità alla nostra Congregazione. Le circolari di Madre M. Tecla sono state per tutto l’Istituto una scuola semplice ma piena di fede e di positività, che orientavano a vivere il carisma in una fedeltà creativa. Madre M. Tecla ha manifestato il suo animo, la sua virtù provata e una grande profondità di vita spirituale anche nelle moltissime lettere scritte durante il suo ministero di governo. Come madre e formatrice ha accompagnato con chiarezza e profondità il cammino di tante sorelle alla ricerca del Volto di Dio. Abbiamo sperimentato le sue molte virtù, il suo cuore grande, la saggezza e la fermezza nelle
decisioni. Era molto grata delle segretarie e delle consigliere che l’hanno aiutata nel servizio di Governo, ricordando specialmente Sr M. Christiane Gervais e Sr M. Paola Mancini che poi le è succeduta come Superiora generale.
Terminato il suo servizio a livello generale, dal 1994 al 2000 è stata Superiora locale a
Bordighera e dal 2000 è passata nella comunità di Sanfrè come sorella bisognosa di cure.
Nell’Anno della fede il Maestro Divino ci fa dono di una grande testimone di fede profonda nella persona di Madre M. Tecla. In questa prospettiva ci illuminano alcune sue annotazioni personali redatte nel 2002: “La mia storia, nella parte bella, ossia quella “costruita” dal Signore mi pare sia stata così, come ho cercato di descriverla: tutta all’insegna dell’Amore misericordioso! Così l’ho sentita all’inizio, così la sento oggi (…). Naturalmente, oltre e con il Signore ci sono stati gli strumenti suoi provvidenziali: famiglia, scuola, parrocchia! E durante il cammino ricordo il Beato Timoteo Giaccardo non solo come confessore abituale ma anche come maestro, pedagogo. Dalle sue scuole si usciva sempre come da un Tempio. Credo aver assunto anche parte del suo linguaggio, espressioni tipiche della sua vita spirituale-mistica (…).
A pochi mesi dalla mia entrata, venni chiamata in parlatorio da un sacerdote paolino: Don Domenico Ambrosio, lo stesso che mi guidò nella decisione vocazionale, dopo il corso di Santi Esercizi. Mi disse pressappoco: “Io devo partire per la Cina, mi manda il Signor Teologo ed ho bisogno di tanta preghiera: vuoi offrire te stessa per la nostra missione?”. Senza darmi il tempo di riflettere o di chiedere spiegazioni risposi serena: “Sì sì, va bene, chiederò il permesso a Madre Scolastica”. E cosi feci! La Madre, senza chiedermi altre spiegazioni, mi rispose: “Fa’ pure!”. E cosi feci, da sola, scrivendo su un bigliettino alcune parole di cui ora ricordo solo: “Offro la mia vita per le missioni, vittima d’ardore apostolico”. Questa ultima espressione credo mi venisse dalla formazione nell’Azione Cattolica da me tanto amata! Un fatto semplice: tuttavia posso dire che mi impegnò e aiutò moltissimo, agli inizi della mia vita religiosa. Era quello un periodo in cui in Congregazione lo spirito apostolico era molto inculcato e vorrei anche dire vissuto…specie per i Sacerdoti, i missionari: offrire per i
Sacerdoti che partono per le missioni, per il sacerdote che scrive, che predica, che confessa ecc. La preghiera e i “sacrifici” del momento venivano, con quasi spontaneità gioiosa direi, orientati a grandi finalità apostoliche, missionarie! Nel già numeroso complesso della Famiglia Paolina si respirava a larghi polmoni la bellezza della vocazione paolina all’interno della Chiesa universale.
Poco dopo la Professione perpetua, 25 marzo 1946, influenzata penso, dall’offerta all’Amore
misericordioso di S. Teresina del B. Gesù, una mattina chiesi al confessore il Beato Timoteo Giaccardo di fare anch’io il voto di abbandono all’Amore misericordioso come aveva fatto S. Teresina. Mi fece qualche breve domanda concludendo: “Se ti senti spinta dal Signore, fa’ pure”. E così feci quella stessa mattina nella S. Comunione. In seguito lo comunicai a M. M. Lucia Ricci la quale mi espose qualche difficoltà: “Ti potrà costare molto in certi momenti…” ma io mi sentivo tranquilla, decisa e contenta!
Oggi non ho parole adeguate per dire quanto sia grata a Dio di aver guidato il mio spirito nella via dell’abbandono evangelico! Quanta forza per ogni obbedienza, per infinite situazioni vissute a livello personale e di Congregazione. È inutile ricordare le mie piccole o grandi lotte, resistenze…Dio é Padre! Dio é amore! E l’abbandono al suo amore misericordioso é la più grande avventura che io abbia vissuto! È dono totalmente gratuito del suo Spirito e mi accompagna ancora oggi, nella luce, nelle ombre, aridità delle mie quasi ottantatre primavere! Dio é Padre “ricco di misericordia”!
Il volto di Madre M. Tecla, in questi ultimi anni, aveva trovato la soavità propria di una persona interiormente pacificata, nonostante le dure prove a causa della salute e dell’avanzare degli anni. Le sorelle si avvicinavano a lei per ripetere: “Grazie per quello che ha fatto per la Congregazione, preghiamo per lei; a sua volta lei rispondeva: grazie, grazie”!
Chiedendo che cosa dire alle suore, quando ancora poteva parlare aveva risposto: “Non perdete mai l’Adorazione; quello che mi aveva impressionata quando sono entrata è stata l’adorazione. Sarebbe utile parlare delle varie forme di adorazione, come farla, valorizzare la prima domenica del mese, il Primo Maestro ci teneva tanto. Riprendere i valori. Lavorare con coraggio per le vocazioni; mettere le suore migliori per questo”.
Con Sr M. Giovanna Colombo e le altre sorelle del Governo provinciale in Italia, anch’io sono
accorsa in diversi momenti di gravità di Madre Tecla per portarle la gratitudine e l’abbraccio della Congregazione. Era contenta di vederci e di pregare insieme per prepararsi al più importante appuntamento della sua vita. Riconosceva e chiamava per nome tutte le suore che si affacciavano in camera e ringraziava quante l’assistevano. Ultimamente sfinita, affaticata nel respiro e talvolta assalita dalla paura, chiedeva l’aiuto e la comunione della preghiera. Raccolte nella sua camera, con lucidità, ci ha seguite nella professione di fede battesimale, nella preghiera paolina a Maria (Ricevimi o Madre…), nella rinnovazione dell’offerta della vita per la Congregazione, la Famiglia Paolina, le vocazioni, la Chiesa.
Il saluto testamentario di Madre M. Tecla a tutte le sorelle Pie Discepole potrebbe essere
contenuto nelle parole che scriveva 10 anni fa alla Superiora generale, in un momento critico della sua salute: “Carissima M. M. Paola, ti ringrazio per il tuo interessamento riguardo la mia salute che in modo nuovo mi ha messo in contatto con tutte le sorelle del mondo. Ho sentito il beneficio della comunione fraterna. Ringrazio tutte ed ognuna. Ti abbraccio, Paola, e con te abbraccio tutte le sorelle della Congregazione con le quali voglio in questa circostanza entrare in più profonda comunione. Una Buona Pasqua e in questa Pasqua abbraccio tutte ed ognuna nella gioia della Risurrezione: tutte le Pie Discepole nel giardino della Risurrezione! ALLELUIA! per me e per te. La vita è bella quando riposiamo in Dio nella fede! Con tutto l’affetto” (Sr M. Tecla Molino – Sanfrè 12.04. 2003).
Con gratitudine per questa Madre generale emerita, ricordando le sue grandi responsabilità,
raccomando la preghiera di suffragio secondo le indicazioni del Direttorio (cf 70.4).
Madre M. Tecla, che è viva in Dio, continuerà ad accompagnare il cammino della nostra
Congregazione e a intercedere per quelle situazioni di persone e di apostolato che hanno bisogno di un supplemento di grazia. Possa essere ammessa alla Presenza del Signore che ha amato e atteso per tutta la vita! Riposi nella pace!


ITENESFR