SSP Congo: + Don Giuseppe Attilio Dadomo

Alle ore 13,45 di domenica 27 marzo 2016, giorno in cui abbiamo celebrato la Solennità della Pasqua, ha compiuto la sua vita presso la comunità “Timoteo Giaccardo” di Roma il nostro fratello sacerdote

DON GIUSEPPE ATTILIO DADOMO
93 anni di età, 82 di vita paolina, 75 di professione e 68 di sacerdozio

Originario, come diversi Paolini della prima ora, della Diocesi di Piacenza (Italia), Giuseppe nasce a Settesorelle di Vernasca, a 50 chilometri dal capoluogo emiliano, il 7 settembre 1922 e viene battezzato il giorno dopo nella parrocchia di San Michele Arcangelo. Entra in Casa ad Alba il 25 ottobre 1933, a soli 11 anni, attratto dall’apostolato stampa, che in quegli anni conosce un tempo di febbrile crescita, e dalla premurosa accoglienza in Casa Madre che gli fanno il Primo Maestro e il Beato Timoteo Giaccardo, che amerà sempre come dei padri. Di entrambi conserverà, come vere e proprie reliquie, tutti gli appunti presi durante le principali istruzioni che da loro aveva ricevuto per la preparazione agli ordini sacri e in altre circostanze.

Emette i primi voti ad Alba l’8 settembre 1940, assumendo il nome di professione di Attilio, e soli quattro anni dopo, l’8 settembre 1944 – in quei drammatici mesi che seguono l’Armistizio dell’Italia con le Forze Alleate (8 settembre 1943) – professa i voti perpetui a Roma. Il 3 agosto 1947 viene ordinato presbitero per l’imposizione delle mani di Mons. Luigi Grassi.

Subito dopo l’ordinazione don Giuseppe si divide per qualche mese tra le comunità di Pescara e Sacile come insegnante dei giovani Paolini in formazione. Già nel febbraio 1948, però, suona il primo campanello per la sua vocazione missionaria che lo seguirà per tutta la vita, e viene inviato dal Primo Maestro a Sherbrooke, in Canada, come linotypista. Vi rimarrà, ricoprendo anche gli incarichi di Superiore locale e Maestro dei novizi, fino all’autunno 1961, quando viene trasferito in Congo. In un’intervista del 2007 traccia come avvenne il suo percorso verso l’Africa. Aveva partecipato al ritiro predicato dal Fondatore nel 1960 ad Ariccia per i primi Paolini. In quell’occasione aveva incontrato don Raffaele Ildefonso Tonni, missionario in Congo e futuro Superiore generale della Società San Paolo, che l’aveva interessato alla realtà africana. Ma dovette, prima di dar seguito al suo sogno, ritornare in Canada. Trasferito quindi in Congo, vi arriva il 23 settembre 1961, prima a Leopoldville (l’odierna Kinshasa) e poi in Katanga, a Elisabethville (oggi Lubumbashi), dove è presente proprio durante la rivolta del dicembre di quell’anno in cui morì, martire dell’Eucaristia, don Michelino Gagna. A Lubumbashi svolge l’incarico di Superiore (1962-1964) e continua ad occuparsi della tipografia.

Nell’agosto 1968 torna in Canada, a Sherbrooke, come promotore vocazionale per poi tornare nel 1971 a Lubumbashi, dove vivrà il resto della sua vita paolina. Secondo le necessità dell’archidiocesi di Lubumbashi e per la fiducia che si riponeva in lui, accanto all’apostolato specifico delle edizioni, si prodiga, analogamente a quello che faranno altri nostri confratelli attivi in terra di missione, per la costruzione di alcune parrocchie: fonda prima la parrocchia “San Paolo” e poi quella dedicata alla “Regina degli Apostoli”, seguita dalla costruzione di altre cappelle nelle zone più periferiche della città, che raggiungeva sempre in bicicletta.

Don Giuseppe è sempre rimasto legato affettivamente alla sua famiglia, sparsa in diversi continenti, e alla sua terra di origine, di cui conosceva benissimo i luoghi dedicati alla pietà mariana e ai santi. “Baba Joseph”, come era affettuosamente chiamato in Africa, era una biblioteca vivente, contento soprattutto di condividere con i più giovani le sue riflessioni, in particolare sulla pietà mariana. Vero missionario, ha saputo apprendere alla perfezione, oltre al francese e all’inglese, anche il kiswahili, che correggeva con precisione per le pubblicazioni preparate nella nostra tipografia. Era anche punto di riferimento per tanti fedeli e religiosi che fino all’ultimo hanno ricorso al suo consiglio e alla sua carità. Ha vissuto la vera povertà paolina, mettendo tutto ciò che aveva a disposizione per la comunità e per i più bisognosi.

Nell’ottobre scorso, durante la visita fraterna del Superiore Generale, si erano festeggiati i suoi 75 anni di vita consacrata. Una vita paolina profondamente amata, compresa, testimoniata in tutti i suoi aspetti: santità, studio, apostolato, povertà. Amante della natura, fino al dicembre scorso ha lavorato la terra per tenere in ordine l’ampio spazio della comunità di Lubumbashi e curare le varie piante, raccogliendo con attenzione i frutti.

Già nel mese di gennaio le sue forze hanno iniziato a declinare. Con gioia aveva potuto partecipare il 23 gennaio scorso alla prima professione di un giovane confratello, proprio nella “sua” parrocchia di San Paolo. La comunità di Lubumbashi si è prodigata in tutto per cercare di ristabilirlo nelle sue forze. Infine, dopo aver sentito il suo parere, si è arrivati alla decisione di trasferirlo in Italia per cure più appropriate. Il lungo viaggio era passato nella calma e l’accoglienza della comunità dell’infermeria “Timoteo Giaccardo” l’aveva riempito di gioia e di senso di gratitudine. Il Signore Risorto gli aveva però già preparato un posto accanto a Maria, Madre e Regina degli Apostoli, dove poter godere il premio eterno che attende ogni discepolo fedele. La Famiglia Paolina in Congo ha accolto con un po’ di smarrimento la notizia della sua morte e nei prossimi giorni a Lubumbashi, dove era conosciuto da tutti, e a Kinshasa si svolgeranno celebrazioni in suo suffragio.

Affidiamo ora all’intercessione di questo nostro amato fratello tutte le realtà della Famiglia Paolina in Africa, perché il Signore conceda le grazie necessarie per portare a quei popoli l’annuncio della salvezza, che abbiamo sentito risuonare con gioia nel giorno di Pasqua.

Roma, 28 marzo 2016
Don Stefano Stimamiglio

I funerali si svolgeranno martedì 29 marzo alle ore 10 (ora locale) presso la Sottocripta del Santuario Regina degli Apostoli di Roma. La salma sarà quindi tumulata nel Cimitero Flaminio, presso la Cappella della Famiglia Paolina.

I Superiori di Circoscrizione informino le loro comunità per i suffragi prescritti (Cost. 65 e 65.1).


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