In Corea col PATTO

In un articolo pubblicato in occasione del centenario del Patto o Segreto di riuscita abbiamo invitato Sorelle e Fratelli a condividere le proprie testimonianze sull’efficacia del Patto o Segreto di riuscita nella loro vita. In attesa dei prossimi contributi, presentiamo la prima testimonianza di una nostra sorella, che vorrebbe rimanere anonima.

Dopo due mesi di mare siamo sbarcate in Corea. Era il 1964. Il primo impatto con la lingua è stato molto duro. Per impararla, tanto era difficile, bisognava andare a scuola. Per me che avevo frequentato solo la scuola elementare risultava ancora più difficile. Allora ho cominciato a pregare il Patto o Segreto di Riuscita: “Signore, sono incapace e insufficiente, ma credo che se tu vuoi, a te tutto è possibile”. Con questa fiducia sono andata avanti e ho imparato tanto da farmi capire.

Poi mi è stata affidata la legatura. Anche qui non ero capace, non l’avevo mai fatto, ma ancora una volta interviene il Patto: “Signore, mi vedo debolissima, ignorante, incapace, insufficiente in tutto, ma so che tutto ciò che tu vuoi si compie”.

Dopo qualche anno le giovani aumentavano ed era necessario che una persona si prendesse cura di loro. Anche questa volta toccava a me: dovevo presentare la Congregazione dalle origini. Vi assicuro che la prima volta che sono salita in cattedra mi tremavano le gambe. Ho parlato a loro del Patto che Alberione pregava prima di ogni attività particolarmente impegnativa e allora, prima di ogni lezione, insieme pregavamo il Patto.

La prima volta ho spiegato l’intuizione di Alberione: dieci Famiglie per annunciare Gesù Maestro Via Verità e Vita al mondo intero. Ho fatto i nomi delle dieci Famiglie religiose e ho chiesto se avevano capito qualche cosa. Mi hanno risposto: “Noi non guardiamo ciò che dici, ma ciò che fai”. Il giorno dopo mi hanno fatto trovare un disegno con un grande albero. Al centro Alberione e intorno le dieci Congregazioni.

Questo è stato il PATTO per me.