FSP Italia: Sr M. Beatrice Dal Bon

Nazione di nascita: Italia
+ 18/04/2019 Albano

Carissimi,

in questo Giovedì Santo, alle ore 16,10, nel reparto “San Raffaele” della comunità di Albano, il Maestro divino ha chiamato a sé per condividere, fino in fondo, il suo mistero di servizio e di amore, la nostra sorella

DAL BON DANILA Sr M. BEATRICE
nata a Nogara (Verona) il 17 giugno 1923

“Amore” e “servizio” sintetizzano bene la vita di questa cara sorella che nella semplicità, nell’umiltà, nel nascondimento, ha donato fino alla fine la sua vita al Signore, al popolo, alle comunità dov’è vissuta.

Sr M. Beatrice entrò in Congregazione nella comunità di Alba, il 3 ottobre 1947, in età per quel tempo, matura. Iniziò subito l’impegno apostolico: nel 1948 era già a Ivrea e in seguito a Voghera, con le pesanti borse della “propaganda” per visitare le famiglie e diffondere a piene mani, con gioia e tanto fervore, la Parola di Dio. Iniziò poi, a Roma, il noviziato che concluse con la prima professione, il 19 marzo 1950, Anno santo. Tre giorni dopo la professione, era nuovamente a Voghera e poi a Pavia e a Genova, per svolgere la missione paolina della diffusione capillare e della libreria. Per circa dieci anni, prestò aiuto nelle Agenzie della “San Paolo Film” di Brescia e di Udine. E prima di inserirsi definitivamente ad Albano, fu per qualche tempo librerista nella comunità di Treviso.

Nel 1953, M. Tecla le aveva scritto un bigliettino che sintetizza bene il suo cammino spirituale: «La tua confidenza e la storia della tua vocazione, mi convincono sempre di più che il Signore ti vuole tutta sua e sei destinata a fare tanto bene, l’ho sentito nel cuore quando in Alba parlavo con te… Vai avanti fidandoti di Dio. Ama la SS. Vergine, la tua Congregazione. Ti farai santa…».

Nel 1991, in occasione di un ricovero ospedaliero ad Albano, aveva compreso che in quel luogo avrebbe potuto realizzare il suo profondo desiderio di donazione, di preghiera, di servizio gratuito, di santità. Descriveva quell’esperienza come qualcosa di molto importante nella sua vita, qualcosa che il Signore stesso aveva previsto nei suoi amorevoli disegni. E scriveva: «Vorrei chiedere di rimanere qui, tra queste sorelle, molte delle quali servono direttamente quanti soffrono… Servirò così, per quanto è nelle mie capacità, queste sorelle che hanno una missione tanto importante e delicata. Desidero compiere la missione con spirito apostolico, missionario, unendomi a tutte le Figlie di San Paolo sparse nel mondo. Voglia il Signore benedire queste intenzioni rendendo a Lui gloria per sempre».

Nell’accogliere la sua richiesta, le consigliere di Albano l’avevano definita come «una persona di pace, serena, semplice, discreta e laboriosa». Così è stata, fino alla fine. Ad Albano, per quasi vent’anni, si è occupata del riordino del refettorio, dell’accoglienza delle sorelle delle comunità romane che, numerose, sostavano per la colazione e rimanevano ammirate dalla sua laboriosità, dal suo mite sorriso avvolto dal silenzio e dalla discrezione.

E quando, per motivi di salute, ha dovuto inserirsi nel reparto “San Raffaele”, ha continuato ad occuparsi della cucinetta, della pulizia degli ambienti, dell’attenzione premurosa verso tutte. Il clima intenso di preghiera, che emanava dalla sua stessa persona, era un richiamo continuo, per quanti l’avvicinavano, a guardare in Alto, ai valori eterni.

Qualche settimana fa, una broncopolmonite aveva fatto temere per la sua vita. In questi ultimi giorni, il riacutizzarsi del male e soprattutto un forte scompenso cardiaco, sono state le cause del suo ritorno al Padre. E provvidenzialmente, proprio in questo giorno santo, è arrivata per lei l’ora di amare fino alla fine, fino al compimento dell’amore, l’ora di partecipare, con Cristo, alla gloria della risurrezione.

Con affetto.

Sr Anna Maria Parenzan
superiora generale

Roma, 18 aprile 2019.


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