FSP Giaponne: Sr M. Amabilis Suzuki Hiroki

Nazione di nascita: Giappone
+ 22/05/2019 Ospedale “Tokyo saiseikai central”

Carissimi,
ci giunge la notizia che alle ore 1,58 (ora locale), nell’Ospedale “Tokyo saiseikai central” (Giappone), è stata chiamata a vivere per sempre l’intimità con il Padre, la nostra sorella
SUZUKI HIROKO Sr M. AMABILIS
nata a Tokyo (Giappone) il 15 agosto 1929
Nella sua piccolezza, umiltà, bontà, semplicità, Sr M. Amabilis è stata una grande missionaria paolina. Scriveva negli anni Novanta alla Superiora generale: «Sento un fuoco in me per impegnarmi nella santificazione e nell’apostolato…».
Desiderosa di compiere sempre e solamente la volontà del Signore, ha donato con gioia tutta la vita lasciandosi guidare dall’obbedienza e dagli eventi. E anche le ultime sue parole sono state un gesto di donazione piena: «Fino alla fine desidero offrirmi totalmente a te, o Dio, aiutami!».
Entrò in Congregazione nella casa di Tokyo, il 30 giugno 1954, due anni dopo aver ricevuto il battesimo. Si impegnò subito nella diffusione a Tokyo e a Nagoya. Visse a Tokyo il noviziato che concluse con la prima professione, il 1° luglio 1958. Da giovane professa, continuò a donarsi a Nagoya e a Tokyo nella cucina, nella “propaganda”, nell’aiuto alla Società San Paolo.
Nel 1966, partì missionaria in Pakistan. Nelle comunità di Karachi e Lahore apprese la lingua e si dedicò all’annuncio del vangelo attraverso la libreria e la diffusione capillare. Ma poiché non le venne rinnovato il visto, dovette rientrare in Giappone. A Sendai, Tokyo, Kagoshima, si prestò con gioia in varie forme d’apostolato e nei servizi comunitari. A Nagoya fu, per un triennio, superiora locale.
Ma il fuoco della missione continuava ad ardere nel suo cuore. Già nel 1978, aveva chiesto di poter partire per la Tanzania ma il suo desiderio non fu accolto. Scriveva: «Non ho nessun talento né capacità ma ho la buona volontà di aiutare in quel poco che posso. Sarei felice se potessi essere utile anche solo fino a quando non ci saranno le vocazioni del luogo».
Nel 1985, accolse la proposta della superiora generale di recarsi missionaria a Kampala (Uganda). Con semplicità, grande laboriosità, discrezione, si inserì nella cultura africana, condividendo la povertà e le sofferenze di una nazione appena uscita dalla guerra. Per quattordici anni, si spese in quella comunità, accogliendo con gioia le fatiche della missione e diffondendo attorno a sé spirito di comunione e amore al carisma paolino. Rientrata in Giappone, continuò a spendersi nelle comunità di Nagasaki, Osaka, Sapporo, Tokyo.
Nell’anno 2010, in occasione del Seminario delle Formatrici, dava questa testimonianza: «Rivolgendo lo sguardo al mio passato, penso che tutto quello che ho potuto fare è avvenuto per la grazia divina. Di fronte alle diverse situazioni, agli avvenimenti, ai bisogni apostolici, non sempre ho avuto la preparazione e le conoscenze tecniche adeguate. Ho imparato anche dalla necessità, impegnandomi con fatica nei vari lavori. La grazia di Dio mi ha sostenuta e aiutata a superare sempre, in qualche modo, ogni difficoltà… Ravvivo il desiderio di orientare tutto a Cristo vivendo bene i giorni della mia vita… Quello che sento forte in me è di essere trasformata a tal punto che il Cristo viva in me e io possa diventare uno strumento del Vangelo».
Dall’anno 2014, la sua salute cominciò a declinare in seguito a un intervento chirurgico all’intestino retto e a metastasi che cominciavano a invadere il suo organismo. Nel novembre 2018, aveva confidato alla superiora provinciale, le sue ultime volontà: «Sento solo gratitudine al Signore e alla Congregazione. Ho avuto il dono di tanto tempo per prepararmi alla morte. In questo tempo ho potuto approfondire gli scritti del Primo Maestro. Sento tanta riconoscenza per la vocazione ricevuta… Desidero pregare per la Congregazione, le sorelle, la salvezza di tutti e per il Capitolo generale».
Anche noi ringraziamo questa carissima sorella per la testimonianza, l’amore, il forte spirito missionario. La parola che ha segnato tutta la sua vita, l’accompagna nella liturgia del cielo dove unisce la sua voce a quella degli angeli: «Canterò in eterno l’amore del Signore, di generazione in generazione farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà» (Sal 89,2).
Con affetto.
sr Anna Maria Parenzan
superiora generale

Roma, 22 maggio 2019.


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