FSP Italia: + Sr M. Maurilia Del Bianco

Carissimi,

in questa XVIII Domenica del Tempo Ordinario, alle ore 7,30, nella comunità “Giacomo Alberione” di Albano, il Maestro Divino ha chiamato a gustare per sempre «le cose di lassù», la nostra sorella

DEL BIANCO LUISA Sr MARIA MAURILIA
nata ad Avenale di Cingoli (Macerata) il 26 maggio 1925

Sr M. Maurilia, nella sua umiltà e semplicità, aveva il pensiero continuamente rivolto alle cose di Dio e con il desiderio, affrettava la gioia dell’incontro con il Cristo risorto. Scriveva, dieci anni fa, in occasione del sessantesimo anniversario di professione: «Con il cuore traboccante di gioia, esprimo la mia più viva riconoscenza. Io mi sento tanto piccola, insufficiente, incapace in tutto. Rinnovando ogni giorno il mio , spero di raggiungere quel grado di amore che Gesù mi chiede perché possa arrivare alla morte che tanto desidero, sempre più pura, più obbediente, facendo la volontà di Gesù Maestro, sull’esempio di San Paolo». La volontà di Dio è stata davvero il faro che ha illuminato tutta la sua vita.

Entrò in Congregazione nella casa di Alba, il 30 agosto 1946, a ventun anni di età, arricchita dal bagaglio di fede coltivato negli anni di appartenenza alla Gioventù Femminile di Azione Cattolica. Dopo i primi tempi di formazione, visse a Roma il noviziato che concluse con la prima professione, il 19 marzo 1949.

Subito dopo, e per quasi vent’anni consecutivi, si dedicò, ad Alba, con grande generosità ed entusiasmo, all’apostolato tecnico. E dal 1968 fino all’anno 2010, per oltre quarant’anni si dedicò, giorno dopo giorno, al servizio delle sorelle come cuoca o incaricata dei lavori vari, in diverse comunità dell’Italia. A San Benedetto, Perugia, Livorno, Bologna San Rufillo, Ancona, Roma Via dell’Arcadia, Savona, Roma Casa provinciale, e poi nuovamente ad Ancona e a Livorno, le sorelle ammirarono la sua continua e gioiosa donazione, il suo profondo rapporto con il Maestro Divino presente nel Tabernacolo, il desiderio di spendersi e sovraspendersi per tutte, convinta che anche nella cucina o nella lavanderia, poteva esercitare una forma elevata di apostolato. La sua vita irradiava amore, gioia del dono, spirito di obbedienza e di povertà.

Nel 1969, scriveva alla superiora provinciale, sr Natalina Spada: «Mi sono profondamente esaminata davanti al S. Tabernacolo, mi sento pienamente contenta nel luogo dove la volontà di Dio mi ha posta… sono più che certa che la gioia e la pace non l’acquisterò dove vorrei andare io, ma la troverò certamente dove la volontà di Dio mi mette. Sono partita con questa disposizione nel giorno della mia professione religiosa…. Con la grazia di Gesù Maestro, l’ho attuata fino ad oggi anche di fronte a certe difficoltà molto gravi… Mi auguro di fare altrettanto nell’avvenire, così sperimenterò sempre più gioia nel cuore…».

Dall’anno 2010, si trovava nella comunità “Giacomo Alberione” di Albano per ricevere le cure adeguate per il diabete e l’ipertiroidismo che le aveva tolto la voce. Era una presenza silenziosa e serena che lasciava intravedere la pace di Dio che inondava il suo cuore. Tra le sue dita, c’era l’immancabile corona del rosario. Con gioia aveva partecipato, nello scorso mese di giugno, alla celebrazione per il suo settantesimo anniversario di professione portando all’altare, in carrozzella, i doni offertoriali. Ma in questi ultimi tre giorni si è improvvisamente manifestata una grave forma di metastasi al fegato e all’intestino che velocemente l’ha portata all’incontro con il suo Signore. Ora, più che mai, «la sua vita è nascosta con Cristo in Dio» e rivestita delle vesti della salvezza, può unire la sua voce a quella dei Salvati.

Mentre ringraziamo questa cara sorella per essere passata in mezzo a noi nel silenzio e nell’operosità, le affidiamo il prossimo Capitolo generale perché sia davvero, per tutte, un’occasione per ricercare non le cose della terra ma quelle dei cieli.

Con affetto.

sr Anna Maria Parenzan
superiora generale

Roma, 4 agosto 2019.


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