PDDM Italia: Sr. M. Clarice da Silva

Nazione di nascita: Portogallo
+ 27/12/2019 Albano

Oggi, 27 dicembre 2019, alle ore 6,00 nella festa di San Giovanni, apostolo ed evangelista, ci giunge notizia dalla comunità di Albano Laziale (RM) del compimento del pellegrinaggio terreno della nostra sorella

SR. M. CLARICE – GLÓRIA DA CONCEIÇÃO DA SILVA
nata il 25 maggio 1931 a Cernada, S. João de Areias (Portogallo).

Glória entra in Congregazione a Lisbona il 18 settembre 1952, ai tempi in cui la nostra presenza in Portogallo muove i primi passi (1947). Verrà inviata ad Alba per il noviziato e farà la prima professione a Roma, il 25 marzo 1955, a causa del trasferimento della sede del noviziato: «Il giorno nove aprile, festa della Madonna Addolorata, le Novizie lasciarono Alba, Casa Madre, con gioia e commozione. La loro meta aveva un nome sacro, glorioso, potente: Roma. Vi arrivarono alla sera e fecero l’ingresso in Casa Generalizia verso le ore venti. Le Suore professe le attendevano in cortile mentre l’inoltrata ora vespertina conteneva un senso di attesa e di gioia. Le Novizie sono ora con noi e hanno portato la loro caratteristica nota di preghiera e di letizia. Questa è una nuova grazia per l’istituto nostro. Accanto al Rev.mo Primo Maestro, al Papa ci si sente più “romane” ossia più cattoliche. La formazione ne avrà sicuramente vantaggio. Infatti si è nella felice condizione di meglio vivere il nostro nome di Pie Discepole» (Bollettino Informativo, Divin Maestro, maggio 1954).

Effettuata la professione religiosa Sr. M. Clarice ritorna in Portogallo e vi rimane due anni appena. Poi sarà ad Alba San Paolo quindi a Roma presso la Casa San Paolo fino alla Professione perpetua, che emetterà il 25 marzo 1960. Si può dire che l’Europa sarà la sua nuova patria. Dopo alcuni mesi di permanenza a Sanfrè è destinata a Nizza (Francia) dedita alla propaganda, allo scopo di trovare benefattori per le opere dell’Istituto. Dal 1961 al 1964 sarà a Zalla (Spagna) offrendo il dono del suo servizio di cucina. È infatti questa la costante apostolica che ritorna nella quasi totalità delle sue destinazioni: cuoca o cucina. Ritornata in Italia sarà a Roma SP (1966) ad Ariccia (1967), ad Alba Casa Madre (1968), quindi nuovamente in Francia a Nogent sur Marne (1969); a Bordighera (1972), a Torino DM (1975); dal 1986 è cuoca ad Albano DM. Gesù Maestro, che l’ha chiamata a sé in questa giornata in cui festeggiamo l’Apostolo dell’amore, avrà applicato per lei quanto ci ha detto nel suo Vangelo: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere …Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere?” … E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”» (Mt 25, 34-35.37.40). Per Sr. M. Clarice la cucina era una passione apostolica: non solo aveva accumulato esperienza, competenza specifica, organizzazione del lavoro ed estrema sveltezza ma anche sensibilità per le varie necessità della salute, per le malate, con adattamento di orari e di menù. Sr. M. Clarice, al compito in cucina nella comunità di Albano Laziale, ha associato un prezioso servizio di volontariato. In molti la ricordano percorrere i corridoi dell’Ospedale Regina Apostolorum con il camice bianco e la targhetta identificativa: “volontaria”. Per lei il riposo pomeridiano infatti consisteva nella visita agli ammalati, ricoverati nel vicino ospedale. Era attesa: lì nascevano conoscenze, amicizie, lì pregava e prestava piccoli servizi di carità. Al ritorno assumeva regolarmente il suo turno di adorazione dove parlava al Maestro Divino delle persone incontrate. Anche al mercato ortofrutticolo, da lei frequentato per anni, incontrava e manifestava benevolenza. Così permetteva ad alcuni di fare un’opera buona contribuendo a provvedere il necessario per la comunità. Dal 2014, per motivi di salute, ha lasciato il servizio nella cucina della comunità.

Una lunga e dolorosa agonia ha posto termine al’ultimo tratto della sua vita segnata per oltre un decennio dal morbo di Parkinson, con graduale aggravamento, curata con amore dalle sorelle e dal personale di aiuto dell’infermeria di Albano. Lascia scritto come testamento: «Al termine del mio passaggio su questa terra desidero che tutto sia eseguito nella più grande semplicità … Non desidero che ci siano parole né fiori. Nel nascondimento ho vissuto e nel nascondimento vorrei partire da questo mondo. Cristo Risorto è la nostra gioia e la nostra vita eterna. In paradiso pregherò per tutti» (18 gennaio 1995). Le affidiamo in particolare l’Assemblea di Delegazione delle sorelle del Portogallo, riunite per alcune giornate di formazione e di verifica, affidandole il desiderio di nuove e sante vocazioni.


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