FSP Italia: Sr Anna Rosa Vatteroni

Nazione di nascita: Italia
+ 06/01/2020 Alba

Carissimi,

dopo una lunga agonia, alle ore 6,30 nell’infermeria della comunità “Divina Provvidenza” di Alba, è stata chiamata ad “alzarsi” e a rivestirsi della Luce che non tramonta, la nostra sorella

VATTERONI sr ANNA ROSA
nata a Marina di Carrara (Massa) il 19 luglio 1943

Fino a un anno fa, sr Anna Rosa era pienamente inserita nella vita della comunità di Alba dove si era recata nel 2017 per svolgervi il servizio di infermiera e assumere il compito di vice superiora. L’anno scorso, proprio in questi giorni, venne colpita da un ictus. Si sottopose alla riabilitazione ma quando si intravedevano i segni del miglioramento, un carcinoma addominale l’ha condotta a un graduale peggioramento e alla morte.

Entrò in congregazione nella casa di Roma, il 12 settembre 1964. Dopo alcuni anni di formazione nei quali ebbe la possibilità di completare gli studi, visse a Caltanissetta l’anno di esperienza apostolica. Rientrò a Roma per il noviziato che concluse, con la prima professione, il 30 giugno 1969. Da giovane professa ebbe la possibilità di sperimentare la missione attraverso la diffusione collettiva nelle diocesi di Lugano, Torino, Sondrio, Como, Alessandria, Lodi. Nel 1975, visse ad Alba il tempo di preparazione ai voti perpetui esprimendo piena disponibilità a quello che il Signore le avrebbe chiesto nella vita che le si apriva dinanzi. Il diploma d’infermiera che proprio in quell’anno aveva conseguito, la orientava verso la cura delle sorelle, specialmente in ambito sanitario.

Ebbe ancora la gioia di sperimentare l’apostolato librario nelle comunità di Chiavari e Tortona ma già nel 1981 assunse il servizio di superiora a La Spezia. Si dedicò poi all’assistenza infermieristica a Roma e nella comunità “Tecla Merlo” di Albano; nel 1989 era nuovamente superiora a Galloro (Ariccia) dove risiedevano sorelle anziane e malate. E dopo un’altra parentesi romana, nella quale oltre al servizio di infermiera assunse il compito di capo gruppo, fu chiamata a svolgere per un altro sessennio, il mandato di superiora nella comunità di Livorno. Nel 2008, dopo un breve periodo trascorso in Casa Madre, venne nominata delegata di Albano e in seguito, quando la comunità divenne dipendente dal governo generale, superiora locale. Furono, per sr Anna Rosa, anni non facili anche se ricchi di molte, diverse esperienze. Aveva una bella capacità di amare, era molto sensibile, si commuoveva con facilità di fronte alla sofferenza. Proprio in quel tempo apprese a vivere a contatto con la morte, accompagnando con tenerezza diverse sorelle all’incontro definitivo con il Maestro. Ebbe pure la possibilità di aprire il suo cuore, con grande speranza, al “mondo” paolino partecipando all’Incontro internazionale di ridisegnazione e all’Intercapitolo.

Nel 2013, venne chiamata in Casa Madre ma dopo pochi mesi era nuovamente superiora della comunità di Napoli Capodimonte. Testimoniava in quell’occasione: «Vivo con senso di gioia e disponibilità il mio servizio; quando faccio scorrere i volti delle sorelle, scopro in ognuna un’espressione particolare, e per ognuna offro la mia preghiera e il mio ricordo personalizzato. Mi piace immaginare le sorelle come tanti fiori: ognuna un fiore diverso per colore, profumo, grazia. Alle sorelle voglio molto bene, anche se qualche volta a causa della mia timidezza reagisco d’impulso… sono certa che il Signore conosce il mio limite e l’impegno per ricercare la verità. Posso dire che non vado a dormire senza essermi riconciliata».

Allo scadere del mandato, nel 2017, ritornò ad Alba per continuare il servizio d’amore. Aveva vissuto, nell’anno 2019, il cinquantesimo di professione religiosa. Non aveva potuto condividere con le connovizie il ricordo commosso di quanto lo Spirito aveva operato in lei ma in quell’occasione scriveva alla superiora generale: «Voglio dire il mio grazie al Maestro per i molti doni che ho ricevuto attraverso la vita di consacrazione, grazie per le comprensioni delle superiore, per quanto mi hanno dato di stima e fiducia. Grazie per le varie esperienze, grazie per tutto il bene ricevuto. Chiedo perdono se qualche cosa non è stata fatta bene. Il Signore è grande e misericordioso… Porto con me l’espressione di M. Tecla: Il Signore non ci dà quello che chiediamo ma quello che crediamo. Gesù in questo tempo mi ha chiesto tante cose, offro tutto per le necessità della congregazione, perché il Vangelo sia annunciato…».

In questa luminosa solennità dell’Epifania, la vita di questa cara sorella si eleva come incenso al cospetto di Dio mentre lo scrigno della sua esistenza si apre, come tesoro prezioso, in un atto di offerta e di adorazione.

Con molto affetto.

sr Anna Maria Parenzan

Roma, 6 gennaio 2020.


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