SSP Italia: + Fratel Tarcisio Bernardino Caron

Alle ore 16.00 di ieri, 9 luglio, è deceduto presso la comunità di Roma Timoteo Giaccardo, a motivo delle complicazioni dovute al diabete, il nostro fratello

FRATEL TARCISIO BERNARDINO CARON
93 anni di età, 80 di vita paolina, 75 di professione

«Vi ho detto che parlare del proprio padre lo si fa volentieri ma anche con una certa titubanza. Frequentando il beato Giacomo Alberione, mi sarebbe più facile parlarvi di lui come fondatore e teologo o come personaggio carismatico. Preferisco presentarlo come “padre”, uomo di grande fede, di molta preghiera e di grande personalità non tanto comune, ricco di sensibilità alle necessità della Chiesa e del mondo: sempre proteso in avanti». Queste parole di fratel Bernardino, dette alle novizie della Famiglia Paolina durante l’anno Centenario di fondazione, ci dicono il segreto della sua esistenza, poiché è il rapporto profondo con Don Giacomo Alberione ad aver orientato tutta la sua vita paolina.

È nato il 22 maggio 1927 a San Pietro Viminario, un paesino non molto lontano da Padova. La sua è una famiglia semplice dove papà Silvio e mamma Lucia Baldon crescono cinque figli. Viene battezzato nella chiesa parrocchiale quattro giorni dopo la nascita.

Conosce la San Paolo grazie all’incontro con don Lino Ruzzante, sacerdote paolino che si occupava dell’animazione vocazionale. Tarcisio, questo è il nome di battesimo, entra nella nostra comunità di Sacile (Pordenone) il 19 dicembre 1939, alcuni mesi prima che l’Italia si coinvolga nella Seconda Guerra Mondiale. Qualche giorno prima di lui, a Sacile giunge il giovane Paolo Saorin, anch’egli Paolino e nativo dello stesso paese, amico di infanzia. Due anni dopo sarà la sorella Sr. M. Costantina ad arrivare nella medesima comunità per iniziare, con le Pie Discepole del Divin Maestro, la nuova avventura paolina.

Il 10 luglio 1943 Tarcisio inizia il noviziato a Roma e il 16 luglio dell’anno successivo emette la Prima professione religiosa ricevendo direttamente da Don Alberione il nome di Bernardino; il 29 giugno 1949 rinnoverà in perpetuo i voti religiosi.

Subito dopo la Prima professione, il Fondatore gli affida il compito di assistente degli aspiranti discepoli, servizio che durerà dodici anni. Sempre in questo periodo Don Alberione gli chiede di fare il barbiere: «Vedi, siamo in tempo di guerra, siamo poveri; non è più il caso di chiamare il barbiere; questo è il denaro; vai fuori, compra un paio di forbici, una macchinetta e un pettine, e poi… comincia tu». E così fratel Bernardino si improvvisa barbiere di tutta la comunità e per ventisette anni di Don Alberione.

Dopo l’impegno nella formazione troviamo fratel Bernardino in brossura come capo-reparto, e dal 1956 al 1962 è Consigliere provinciale, servizio che ripeterà dal 1978 al 1982.

Nel 1962 il Fondatore gli affida un nuovo apostolato, quello dell’animazione vocazionale. Fratel Bernardino vi dedica tempo, energia e passione. E così anch’egli è impegnato a preparare la mostra vocazionale alla Fiera di Roma, non molto distante dalla comunità, in occasione dell’inizio della prima sessione del Concilio Vaticano II. Nel medesimo anno, per volontà di Don Alberione, ad Ariccia organizza gli esercizi spirituali per i giovani, dove l’animatore del corso è proprio il Primo Maestro. Inizia poi un lungo periodo di lavoro con i preado­lescenti, attività vocazionale che lo porterà a spostarsi in tutta Italia. «A volte don Alberione stesso mi indicava quali Regioni scegliere, in particolare quelle Regioni che, alla Chiesa, avevano dato più sante e santi religiosi».

Nel 1990 gli viene affidata la casa estiva di Pietracamela, trasformandola in un luogo accogliente per campi estivi per giovani, parrocchie e altri gruppi ecclesiali. In questo modo fratel Bernardino continua il suo apostolato di animatore vocazionale, entra in contatto con molte realtà ecclesiali e conosce alcuni vescovi diventandone amico.

Con il passar del tempo fratel Bernardino deve far i conti con una salute sempre più precaria e nel 2018 viene trasferito nella comunità di Roma Timoteo Giaccardo, da dove ieri è salito in Cielo. Alcuni giorni fa il Superiore generale, don Valdir José De Castro, in visita canonica alla comunità, gli aveva impartito il sacramento dell’unzione degli infermi.

Per molti anni ha testimoniato il suo rapporto con il Beato Giacomo Alberione alle nuove generazioni della Famiglia Paolina e ai partecipanti al Corso del carisma paolino. Mostrava la gioia di aver incontrato il Primo Maestro, un rapporto iniziato nel 1940 quando questi passò a Sacile: «La visita fu molto breve ma ci lasciò molto impressionati per il suo atteggiamento modesto e buono, come un papà». Molte volte andava a trovarlo per un consiglio, per una benedizione, per recitare il Rosario o per un semplice saluto… Si è sempre sentito ben voluto e stimato da Don Alberione e di questo rapporto si è nutrito nella quotidianità, nel suo apostolato, soprattutto come Discepolo del Divin Maestro. Spesso ricordava le parole del Fondatore rivolte ai fratelli Discepoli: «Cari Discepoli, tra tutti i cari auguri, mi sono carissimi i vostri. Tra voi e me passa un affetto molto più vivo di quanto vi manifesti. Quanto ho pregato per voi in queste notti! In cui la rotocalco mi indicava la vostra dedizione e la vostra opera fattiva… Sempre unito a voi, vivo o morto. Avrete nella fedeltà un alleluia eterno».

Questo nostro fratello dal carattere buono e disponibile ha cercato di fare del bene a tutti, vivendo in modo sereno anche l’ultimo periodo di malattia.

Il Divin Maestro lo accolga ed egli possa godere il dono della misericordia del Padre. In Paradiso lo accoglie il Beato Alberione e la Famiglia Paolina che vive la gioia eterna.

 

Roma, 10 luglio 2020

Don Domenico Soliman, ssp


I funerali saranno celebrati domani, sabato 11 luglio, alle ore 9.00 presso la Sottocripta del Santuario Regina Apostolorum. La salma di fratel Bernardino verrà tumulata presso il cimitero Laurentino di Roma.

I Superiori di Circoscrizione informino le loro comunità per i suffragi prescritti (Cost. 65 e 65.1).


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