FSP Italia: Sr Maria Imelde Felicani

Nazione di nascita: Italia
+ 05/08/2020 Roma

Carissimi,

con profonda commozione vi comunichiamo che presso il reparto di Terapia intensiva dell’Ospedale San Camillo di Roma, poco dopo le ore 15, il Padre ha chiamato a sé la nostra sorella

FELICANI ENRICA sr MARIA IMELDE
nata a Rastellino Castelfranco Emilia (Modena) il 28 luglio 1942

Qualche settimana fa, sr M. Imelde aveva subito l’ingessatura del piede a causa di un infortunio ma niente faceva presagire l’improvviso malore di questa mattina, causato probabilmente da un infarto in atto. Ricoverata d’urgenza, i medici hanno potuto solo riscontrare la situazione gravissima che proprio oggi, festa della Madonna della Neve, patrona della sua parrocchia, l’ha condotta nel regno dei santi.

Non ci sono parole adeguate per esprimere la donazione, l’umiltà e la generosità che l’hanno caratterizzata, il profondo amore alla missione africana alla quale ha dedicato quasi trent’anni di vita. Possiamo affermare che sr M. Imelde non ha cercato gratificazioni personali, nella sua semplicità si è spesa fino alla fine non facendo pesare sulle sorelle la malattia e la fatica, sempre pronta ad assumere per sé i compiti più difficili e pesanti. Amante della povertà e del sacrificio, sr M. Imelde è stata un’autentica testimone dei valori evangelici vissuti nel silenzio, nel disinteresse, nella serietà dell’impegno quotidiano.

Entrò in congregazione nella casa di Roma, il 15 gennaio 1962. In questa comunità visse il tempo di formazione e il noviziato che concluse con la prima professione, il 30 giugno 1966. In occasione del giubileo di consacrazione, il suo cuore vibrava di riconoscenza: «Grazie perché la congregazione mi ha accolta nella mia povertà, mi ha dato fiducia e ha sostenuto la mia crescita. Il Signore con la sua grazia infinita ha camminato in me e protetto ogni mio passo… mi ha voluto un bene immenso per il quale non saprò ringraziare abbastanza… Miserere e magnificat». E aggiungeva: «Sono disponibile alla volontà di Dio nella pace e nella serenità: quello che Lui vuole, nella fede, lo voglio anch’io».

Da giovane professa, si dedicò all’apostolato itinerante nelle diocesi di Pavia, Alba, Rovigo, Verona, Vercelli. Ma il suo cuore vibrava per la missione “ad gentes” pur riconoscendone, con sano realismo, le difficoltà. Nel 1973 ebbe la gioia di raggiungere il primo gruppo di sorelle che solo tre anni prima avevano avviato la presenza paolina in Tanzania, a Dar es Salaam. Svolgendo il servizio di superiora locale per tre mandati, favorì il loro inserimento nella cultura tanzaniana, promosse lo studio della lingua swahili per estendere la missione in tutti gli angoli della Tanzania attraverso le esposizioni dei libri nelle parrocchie e la pastorale vocazionale.

Nel 1984, in occasione della costituzione della nuova delegazione Africa Orientale-Mozambico, venne trasferita a Nairobi e come superiora della comunità ed economa di delegazione ebbe la gioia di promuovere i primi passi di quella promettente circoscrizione. Dopo una sosta di riposo e aggiornamento in Casa generalizia, nel 1990 ritornò a Dar dove svolse ancora per due mandati il servizio di superiora. Con l’aiuto delle giovani in formazione, promosse la produzione delle audio-cassette che favorivano una diffusione bella e attraente del messaggio cristiano. Nel 1997 venne nuovamente inserita nella comunità di Nairobi per proseguire il compito dell’economato. E finalmente, il 15 dicembre 2001, rientrava in Italia, in Casa generalizia, certamente non per riposare ma per continuare a donarsi nei mille servizi che le venivano richiesti: la manutenzione degli immobili e del giardino, l’accompagnamento dei collaboratori laici, la custodia della casa che spesso richiedeva levate notturne per vigilare ad ogni allarme. Il suo aspetto nascosto ma in qualche modo sempre presente, infondeva pace, tranquillità, sicurezza. Confidava: «La forza l’ho sempre trovata in Lui e nell’obbedienza alla sua volontà…». Gli ultimi vent’anni sono stati per lei molto sfidanti: la salute andava peggiorando ma l’amore più grande la teneva sulla breccia e la rendeva instancabile.

In una lettera alla superiora generale aveva espresso la pena per non essere stata capace di accendere nelle sorelle il fuoco del rischio… Certamente dal Paradiso sr M. Imelde continuerà a custodire, ad amare, a lanciare le giovani apostole africane perché attraverso di loro si ravvivi la fiamma della fede e il vangelo raggiunga tutte le periferie del mondo.

Con affetto.

sr Anna Maria Parenzan   

Roma, 5 agosto 2020.


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