FSP Italia: Sr M. Fatima Takeuchi

Nazione di nascita: Giappone + 08/10/2020 Albano

Carissime sorelle,

nel reparto San Raffaele della comunità di Albano, alle ore 20,15 ha pronunciato il suo “eccomi” per sempre, la nostra sorella

TAKEUCHI MACHIKO GEMMA sr MARIA FATIMA
nata a Nakatsu (Oita-ken, Giappone) il 6 agosto 1929

Ci risuona nel cuore il “grazie” continuamente ripetuto, quasi gridato, anche nei momenti di maggiore sofferenza. Negli ultimi mesi, sr M. Fatima non riusciva più ad esprimersi ma era continuo il senso di riconoscenza per ogni delicatezza, per ogni bicchiere d’acqua, per ogni parola d’incoraggiamento le veniva rivolta. Fino alla fine ha manifestato quella finezza e nobiltà d’animo che l’aveva accompagnata in tutta la vita.

Ricevette il battesimo a vent’anni, nel 1949. E due anni dopo, il 23 maggio 1951, entrò in congregazione nella casa di Fukuoka (Giappone). Da postulante, svolse l’apostolato presso la stazione radiofonica gestita dai fratelli paolini. Visse poi il noviziato a Tokyo ed emise i primi voti il 30 giugno 1954. Da giovane professa sperimentò l’apostolato diffusivo nelle diocesi di Osaka, Nagoya, Sendai. E dopo la professione perpetua, emessa a Tokyo nella solennità di San Paolo del 1959, venne nominata superiora della comunità di Nagasaki nel periodo molto sfidante della fondazione.

Nel 1961, fu chiamata a Roma per apprendere la lingua italiana e inserirsi negli uffici centrali d’apostolato. Ritornò a Tokyo due anni dopo, ricca di una nuova esperienza che le facilitò il compito di formatrice e vocazionista. Ma il Signore la chiamava a lasciare la sua terra per inserirsi ad Alba e subito dopo in Vaticano per collaborare nella sezione giapponese della Radio Vaticana e presso la Congregazione per il Clero. La competenza, la discrezione, la gentilezza sono state le doti che hanno favorito il suo lungo inserimento negli uffici della Sede Apostolica, mentre risiedeva nelle comunità di Casa generalizia, Via dei Lucchesi 4°, Borgo Angelico. Dal 1970 al 1999, quasi trent’anni di fedele servizio, per il quale si era preparata conseguendo il diploma presso la Scuola di paleografia diplomatica e archivistica del Vaticano e il diploma presso la Scuola pratica di teologia e diritto canonico.

Nel congedo finale, il card. Dario Castrillon, prefetto della Congregazione per il Clero scriveva: «Dopo un trentennio di lavoro veramente esemplare al servizio del Primato di Pietro presso l’archivio di questa Congregazione, sento il dovere di esprimerle il grazie più convinto e commosso… Lei ha posto intelligenza, sensibilità, preparazione e buon spirito a servizio del Signore in questo luogo dove si lavora per i suoi sacri ministri… Il Dicastero rimane sempre la sua famiglia ed è ben consapevole che i lunghi anni trascorsi nell’operoso silenzio rimangono altrettante pietre cementate nella carità ecclesiale per la costruzione del Regno di Dio». Il prefetto metteva in risalto lo zelo, la costante puntualità nei diversi impegni, la delicatezza del tratto, l’esempio di buon spirito religioso e di testimonianza evangelica. E d’altra parte, sr M. Fatima riconoscendo il bene ricevuto, confidava: «Mi sono sentita associata spiritualmente alla missione dei sacerdoti di tutto il mondo anche in mezzo a una montagna di carte. Mi sono sentita associata allo zelo sacerdotale».

Nel 1999, si inserì nella comunità di Albano e per circa quindici anni continuò a prestare la sua opera in ruoli amministrativi e negli ambulatori dell’Ospedale. Arricchiva la comunità con il gusto artistico dedicandosi ai vari addobbi e specialmente all’allestimento del “foro”, una finestra aperta che presentava le diverse iniziative congregazionali ai molti ospiti e visitatori della comunità. Amava cantare e spesso si raccoglieva in un angolo della cappella per innalzare il canto d’amore al suo Signore e Maestro. Con fermezza e precisone si offriva volentieri per guidare il canto della comunità.

Circa cinque anni fa, venne accolta nel reparto delle sorelle ammalate per una situazione fisica che si andava aggravando a causa dell’età e di complicazioni annesse. Era consapevole che la sua “corsa” volgeva al termine: nella serenità e nel silenzio di queste ultime settimane, ha atteso nella pace la venuta dello Sposo. E oggi, è sbocciata in lei la vita nuova, si sono spalancate le porte della comunione piena, della contemplazione del Volto che aveva sempre, amorevolmente cercato. Con affetto.

sr Anna Maria Parenzan 

Roma, 8 ottobre 2020.


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