SSP Spagna: Don Francisco Julio Anta Ovelar

Nazione di nascita: Spagna
+ 09/01/2021 Madrid

La mattina del 9 gennaio 2021 è deceduto nell’ospedale “Nuestra Señora de América” di Madrid per infarto cardiaco il nostro fratello sacerdote

DON FRANCISCO JULIO ANTA OVELAR
85 anni di età, 74 di vita paolina, 67 di professione e 61 di ordinazione

Ricoverato da alcuni giorni in clinica a causa delle condizioni di salute in costante aggravamento a livello renale e cardiaco, don Anta è deceduto proprio il giorno dopo aver compiuto il suo 85° compleanno.

Don Francisco è nato l’8 gennaio 1936 nel piccolo villaggio di Rioconejos, nella provincia di Zamora, Comunità autonoma di Castilla-León, in una famiglia di agricoltori composta da papà Elías, mamma Maximina e da altri quattro tra fratelli e sorelle. È entrato nella Società San Paolo, precisamente nella comunità di Bilbao, il 31 maggio 1946. Trasferitosi poi nella casa di Zalla (Biscaglia), qui, dopo aver terminato gli studi secondari, ha frequentato il noviziato che ha terminato con la prima professione l’8 settembre 1953, in cui ha assunto il nome religioso di Julio. I formatori, nel riconoscere in lui fin dall’inizio spiccate qualità intellettuali, lo hanno incoraggiato, una volta terminati gli studi di filosofia, a trasferirsi a Roma, dove ha prima completato gli studi teologici per poi conseguire la licenza in filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana. Nella Città Eterna l’8 settembre 1957 si è consacrato definitivamente al Signore e il 5 luglio 1959 ha ricevuto l’ordinazione presbiterale per l’imposizione delle mani di Mons. Luigi Traglia.

È estremamente significativo che don Anta ci abbia lasciati all’inizio dell’Anno Biblico di Famiglia Paolina. A don Francisco, infatti, è legato, a partire dal settembre del 1988, lo sviluppo considerevole che l’apostolato biblico paolino ha conosciuto in America Latina, in molti paesi francofoni e addirittura in Cina e in Russia. In quell’anno l’allora Superiore generale don Renato Perino lo ha nominato, infatti, Direttore generale della Società Biblica Cattolica Internazionale (SOBICAIN) dopo che, qualche mese prima, un incontro a Roma di alcuni Paolini chiese unanimemente il rilancio di quell’organismo. La SOBICAIN – che, nata nel 1924 ad Alba, ha ottenuto il riconoscimento pontificio nel 1960 ed è diventata di fatto operativa appunto a partire dalla fine degli anni ’80 – è una delle espressioni più riuscite del nostro apostolato biblico, direttrice apostolica fondamentale che Don Alberione coltivò e incorag­giò fin dal 1923 con una serie di iniziative (“Il Vangelo in ogni famiglia”, “Il Vangelo a 1 lira”, solo per citare i primissimi progetti), ma che ha trovato poi nei decenni successivi un’immensa espansione in tutto il mondo.

Don Francisco ha portato avanti fino al 2017 questo impegnativo incarico dalla sede operativa di Madrid grazie alle sue indubbie capacità manageriali e alle competenze in campo editoriale che ha sviluppato negli anni precedenti, soprattutto come missionario in Argentina, ma è stato anche aiutato da un carattere molto forte che, pur creandogli qualche incomprensione e conflitto, gli ha permesso di condurre praticamente in solitaria la difficile missione affidatagli. Lungo molti anni ha promosso con grande successo numerose edizioni della Bibbia in varie lingue, occupandosi della stampa e della distribuzione di molti milioni di copie in vari Paesi del mondo, soprattutto in America Latina e persino, come accennato, in Cina e Russia. Per raggiungere questi obiettivi ha compiuto tantissimi viaggi in vari Paesi e ha stabilito relazioni fruttuose con numerosi Vescovi, biblisti ed editori, avendo sempre a cuore la diffusione della Bibbia.

Nella sua vita, come detto, è stata molto importante l’esperienza missionaria in Argentina, a cui è stato destinato nel 1961, subito dopo l’ordinazione. A Buenos Aires ha ricoperto vari incarichi: professore di filosofia (1961-1965), maestro degli aspiranti (1962-65) e degli juniores (1965-67), proto (1963-73), direttore della libreria di Buenos Aires (1965-66). Don Francisco ha sempre ricordato con grande affetto questa sua lunga e fruttuosa esperienza, vissuta oltretutto in anni molto critici a livello politico e sociale.

Compiuta l’esperienza missionaria in Sudamerica, nel 1973 è tornato in Spagna, dove ha vissuto il resto della sua vita donandosi anima e corpo alla vita e alla missione paolina. Ha assunto così subito per due anni la direzione del neonato centro editoriale paolino, prima di ricoprire per due mandati, fino al 1984, l’incarico di Superiore Provinciale. Durante questi anni ha saputo bene interpretare le linee direttrici ricevute dal Superiore generale dell’epoca, don Renato Perino, che hanno così profondamente caratterizzato quell’epoca storica della nostra Congregazione verso una maggiore professionalizzazione dell’aposto­lato paolino e una precisa distinzione degli ambiti della vita comunitaria e di quelli dell’organizzazione apostolica, principi che saranno poi estesi dall’inizio degli anni Novanta a tutta la Congregazione. Nel mandato provinciale successivo ha ricoperto anche l’incarico di Economo provinciale.

Quando gli venivano ricordati i tanti sforzi, attività e preoccupazioni che ha offerto per tutta la vita all’apostolato biblico, don Francisco era solito dire: «È stato il Signore a farlo, io sono stato solo un servo inutile». Guardando con gioiosa ammirazione alla sua passione apostolica, possiamo con fiducia affidare alla misericordia divina la vita intera di questo nostro fratello, che, crediamo, ben può dire all’unisono con l’Apostolo: «Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede».

 

Roma, 10 gennaio 2021                              

 

Don Stefano Stimamiglio, ssp
Segretario generale


Appena possibile le spoglie di don Francisco saranno cremate. Le ceneri saranno poi consegnate alla famiglia che, dopo il funerale, le seppellirà nel cimitero del suo paese natale, Rioconejos. La comunità paolina locale celebrerà appena possibile una Messa in suffragio della sua anima.

I Superiori di Circoscrizione informino le loro comunità per i suffragi prescritti (Cost. 65 e 65.1).


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