FSP Italia: Sr Ida Paola Spinucci

Nazione di nascita: Italia
+ 18/02/2021 Albano

Carissimi,

questa mattina, alle ore 6, nel reparto Covid dell’Ospedale “Regina Apostolorum” di Albano, è entrata nella vita senza tramonto, nella luce del regno dei santi, la nostra sorella

SPINUCCI NEDDA sr IDA PAOLA
nata a Comunanza (Ascoli Piceno) il 20 gennaio 1924

Parlare di sr Ida Paola vuol dire ricordare anni molto fecondi della missione paolina, nei quali le Figlie di San Paolo, guidate dalla saggezza lungimirante del Fondatore e di Maestra Tecla, poterono sviluppare, con coraggio e tanta fede, espressioni apostoliche che avevano il sapore della profezia.

Entrò in Congregazione a Roma, l’8 novembre 1945. Trascorse il periodo di formazione a Roma e a Grottaferrata e al termine dell’anno di noviziato, il 25 gennaio 1949, emise, a Roma, la prima professione. Nel periodo dei voti temporanei, ebbe la possibilità di completare gli studi classici e quelli teologici e di fare un’esperienza presso gli uffici del “centro apostolico”. Dopo la professione perpetua, nel 1954, venne trasferita in Francia come formatrice delle postulanti. Ma provvidenzialmente, per motivi di salute, dovette rientrare in Italia e fu presto coinvolta nella preparazione della rivista femminile Così, il cui primo numero usciva nel Natale 1955. Era un’iniziativa nuova e coraggiosa, che richiedeva creatività, rischio, apertura alla collaborazione con i laici professionisti e tanta fede nella grazia della vocazione. Nel pensiero del Fondatore la rivista doveva indirizzarsi alle giovani donne e raggiungerle nella loro vita concreta. Il contenuto vario, presentato in modo spigliato e moderno, si espandeva dalla moda al galateo, dalla narrativa alla “posta del cuore”, dall’attualità ai suggerimenti per l’educazione dei figli. Non mancavano inchieste, articoli di cultura, presentazione di figure bibliche. Uno spazio molto apprezzato, curato quasi sempre da sr Ida Paola, con uno stile fresco e giovane, riguardava il commento al vangelo domenicale.

Della rivista Così fu dapprima redattrice capo e, dal 1961, direttrice. Alla fine del 1966, quell’esperienza bella e incisiva ma anche molto sofferta e tribolata dovette concludersi per sopraggiunte difficoltà economiche. Sr Ida Paola era pronta per iniziarne un’altra, insieme a sr Filippina Busso: la promozione del settore discografico, con l’aiuto e il sostengo di musicisti di fama mondiale, primo tra tutti Ennio Morricone. Il Centro Dischi, già avviato all’inizio degli anni Cinquanta, si aprì alla collaborazione con i più validi professionisti della canzone e, sull’onda della riforma liturgica promossa dal Vaticano II, presero vita nuove collane che diedero lustro alla nostra casa editrice.

Nel 1970, si schiudeva per sr Ida Paola una nuova e forse inaspettata parentesi che la inserì, a pieno titolo, tra le superiore maggiori più amate. In un periodo di sperimentazioni e di successive ridisegnazioni della circoscrizione “Italia”, venne nominata, per due mandati consecutivi, superiora provinciale della “provincia Italia Sud”, in seguito denominata “provincia di Napoli”, con sede in questa città partenopea. Pur non avendo esperienza di governo, seppe accompagnare le sorelle in un tempo di particolare incertezza attraverso il dialogo, la vicinanza, una sapiente apertura al “nuovo”. Lei stessa delineava il compito della superiora come di colei che «ha l’arte di turare i buchi, di rammendare, di raccogliere le maglie rotte, prenderle con delicatezza, con l’uso dei guanti e pazientemente rimetterle a posto…».

Alla scadenza del mandato, nel novembre del 1979, l’attendeva una nuova, importante sfida: riavviare e unificare il Centro editoriale, nella nuova casa di Milano, Via Paolo Uccello, dopo anni di dispersione in varie città d’Italia. Fu un’autentica avventura per lei e per le altre sorelle chiamate a cimentarsi in questa impresa. Con profonda sensibilità, con intuizione e fiuto apostolico, seppe riorganizzare, solidificare e qualificare l’editoriale che nel 1991 si ampliò nella nuova sede di Via Albani passando da una conduzione di tipo familiare a una struttura organizzativa ben definita.

Era convinta che un editore debba «tenere in una mano la Bibbia e nell’altra il giornale» perché, come lei stessa affermava, «la Parola illumina la storia e sollecita l’editore paolino a leggerla con la sapienza di Dio». Si proponeva di «tenere gli occhi aperti sulla storia quotidiana, segnata da fermenti e fenomeni sempre nuovi, di interessarsi di ogni piccolo, grande evento storico, sociale, religioso, umano». Aveva assunto pienamente l’orientamento alberioniano di «parlare di tutto in modo cristiano» ed era convinta che «la fatica del lavoro editoriale è ampiamente compensata dalla certezza che preparando e spezzando il pane della Parola si fa crescere le persone nella dimensione di Dio».

Nell’anno 2003, lasciò il Centro editoriale di Milano e proseguì per qualche tempo, a Roma, il servizio apostolico nel settore minimedia. Ma ben presto si ritirò da ogni compito redazionale per dedicarsi, nell’obbedienza, al centralino e alla portineria della casa provinciale di Via Vivanti (Roma) e poi della casa “Divin Maestro” di Via Antonino Pio. Non aveva perso la vivacità e la voglia di guardare oltre. Con accenti poetici confidava a una persona amica: «Le radici garantiscono la solidità e offrono un certo tipo di consolazione-conforto a quanti camminano sull’ultimo tratto di strada che sfocerà nella luce». E rendeva grazie all’autore della vita e dell’amicizia mentre era «in attesa del nuovo sole, ove colori in armonia sveleranno il tenerissimo volto del Padre». Serbava in cuore e amava condividere le esperienze indimenticabili vissute a contatto con Maestra Tecla, in particolare ricordava la sua delicatezza materna.

Negli ultimi mesi, considerando l’avanzare dell’età, si era inserita nella comunità “Giacomo Alberione” di Albano. E proprio qui è stata contagiata dal Covid-19 che, dopo un breve ricovero nell’Ospedale “Regina Apostolorum” di Albano, l’ha condotta a quel «portone di luce che immette nello spazio di Dio», come lei stessa immaginava il momento della sua morte.

Ringraziamo sr Ida Paola perché, nei diversi compiti che le sono stati affidati, ha tenuto viva e splendente la fiamma della nostra vocazione redazionale sollecitandoci a essere “antenne” pronte a cogliere i germi di vita, di novità e di bene che lo Spirito suscita anche in questo nostro tempo.

Con affetto.

sr Anna Maria Parenzan

Roma, 18 febbraio 2021


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