FSP Italia: Sr M. Vincenza Urso

Nazione di nascita: Italia
+ 23/02/2021 l’Ospedale dei Castelli (Ariccia-Roma)

Carissimi,

mentre adoriamo gli impenetrabili misteri di Dio, vi comunichiamo che nel primo pomeriggio, presso l’Ospedale dei Castelli (Ariccia-Roma), il Padre buono è venuto nuovamente a visitarci attirando a sé un’altra sorella:

URSO VINCENZA sr MARIA VINCENZA
nata a Serradifalco (Caltanissetta) il 30 marzo 1931

Niente faceva prevedere questa chiamata improvvisa, sr M. Vincenza infatti stava benino. Dopo essere stata ricoverata per qualche giorno nella Residenza Assistenziale Sanitaria di Genzano (Castelli romani) per la positività al covid e aver subito un intervento chirurgico al femore nell’Ospedale dei Castelli, era in attesa della riabilitazione e sperava di ritornare presto in comunità. Solo ieri aveva parlato al cellulare con i parenti e li aveva rassicurati che tutto andava bene… Ma un malore improvviso, all’ora di pranzo, ha affrettato il suo incontro con il Signore, nel regno dei cieli.

Sr M. Vincenza era una sorella buona, servizievole, generosissima che ha amato tanto la vocazione e la missione paolina e vi ha dedicato tutte le energie. Entrò in congregazione nella casa di Caltanissetta, il 22 marzo 1951 e dopo circa un anno di esperienza apostolica e comunitaria, giunse a Roma per il tempo di formazione e il noviziato che concluse, con la prima professione, il 19 marzo 1955. Proprio nel corso di esercizi in preparazione alla professione, aveva meglio compreso, dalle labbra del Fondatore il senso profondo della missione paolina, una missione elevata ed entusiasmante, una missione faticosa che richiede tanto amore, una missione che non ha confini, ha solo i confini del mondo. Si sentiva davvero «eletta a portare la Parola di Dio» e fin dagli anni giovanili, vissuti a Taranto, si spese e sovraspese per comunicare il vangelo nelle famiglie, scuole, istituti. E dopo la professione perpetua, emessa a Roma il 19 marzo 1960, proseguì per altri quindici anni la diffusione capillare nella diocesi di Cosenza. I suoi passi erano veramente passi beati, le sue parole sgorgavano da un cuore appassionato d’amore.

Nel 1975, con lo stesso ardore, iniziò il lungo curriculum come librerista nelle comunità di Catanzaro, Taranto, Caltanissetta.  Dal 1995 al 1999 dovette dedicare un lungo tempo alla mamma molto ammalata, ma si rendeva spesso presente nella comunità che considerava la sua vera famiglia. Alla morte della mamma, dopo aver trascorso qualche mese in casa provinciale, fu inviata nella comunità di Reggio Emilia dove, per diciassette anni consecutivi, donò il meglio di se stessa. Le sorelle testimoniano la sua presenza positiva, accogliente, serena, preoccupata di seminare solamente il bene, di diffondere la grazia, di portare davanti al Signore le necessità di tutti. Con fedeltà, amore, precisione, svolgeva il servizio alla “cassa” del centro apostolico ma la sua attenzione andava alle persone: con il sorriso sulle labbra, era sempre disponibile per tutti, era pronta a rispondere a ogni richiesta e soprattutto a pronunciare parole evangeliche di speranza. Ma non si accontentava dell’apostolato svolto lungo la settimana. Alla domenica partiva, da sola, con le borse colme di libri e di riviste, per visitare gli ammalati negli ospedali, incontrarli nella loro sofferenza, portare loro, oltre alla parola scritta, espressioni di fede, di vicinanza, di consolazione. E le offerte che riceveva avevano un preciso obiettivo: le missioni paoline del mondo. Con il suo impegno settimanale, ha potuto sostenere parecchie iniziative apostoliche, specialmente in Pakistan.

Alla chiusura della comunità di Reggio Emilia, venne trasferita a Salerno e poi a Napoli. Nel 2018 giunse nella sua ultima casa, la comunità “Giacomo Alberione” di Albano. Continuava a spaziare con il pensiero nel mondo intero, pregava e offriva sacrifici per le mille intenzioni apostoliche che portava in cuore e soprattutto per le iniziative della diocesi di Messina con la quale aveva stabilito un vero e proprio gemellaggio.

Con sr M. Vincenza possiamo oggi prorompere nel canto della riconoscenza e della lode perché grandi cose ha compiuto il Signore nella sua piccolezza e povertà. Davvero la sua vita testimonia la magnificenza e la bontà del nostro Dio che opera meraviglie in coloro che si affidano a Lui.

Con affetto.

 sr Anna Maria Parenzan

Roma, 23 febbraio 2021.


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