Roma: Un giorno storico – Il Beato Giacomo Alberione tra il popolo di Dio

Tre giorni intensi, caratterizzati dal trasferimento dell’urna del Beato Giacomo Alberione dalla Sottocripta alla chiesa superiore del nostro Santuario, dove la Famiglia Paolina, insieme alla parrocchia Regina degli Apostoli, si è stretta attorno al nostro Fondatore. Un giorno storico, quindi, vissuto in prossimità del 50° anniversario della morte del Primo Maestro e della chiusura dell’Anno biblico di Famiglia Paolina.

Tutto è iniziato nella mattinata di sabato 30 ottobre, quando l’urna del Primo Maestro è stata tolta dalla struttura lignea che la conteneva dal giorno della beatificazione, il 27 aprile 2003, e posta al centro della Sottocripta.

Il giorno successivo, domenica 31 ottobre, Solennità di Gesù Maestro, le comunità del comprensorio romano hanno avuto modo di celebrare l’Eucarestia per l’ultima volta alla presenza del Fondatore. Come Casa generalizia e comunità Canonico Chiesa ci siamo ritrovati nel pomeriggio per ringraziare il Maestro Divino per averci dato in Don Alberione un padre fecondo di iniziative e di figli e figlie sparsi nel mondo intero, dediti alla evangelizzazione nella cultura della comunicazione.

Questa celebrazione è stata arricchita anche dalla presenza del reliquiario contenente la reliquia insigne del Primo Maestro, preparato appositamente da suor Agar Loche pddm per questo 50° anniversario, e che dal 2 al 23 novembre sarà in pellegrinaggio nelle diverse comunità della Famiglia Paolina di Roma e dintorni. Alla fine del pellegrinaggio, il reliquiario prenderà il posto dell’urna in Sottocripta.

Il Superiore generale, che ha presieduto la Celebrazione eucaristica, ha sottolineato che questo trasferimento è anche una risposta «all’appello dell’attuale magistero di Papa Francesco di “una Chiesa in uscita”», cosicché anche l’urna del nostro Fondatore «esce dalla Sottocripta per esser più vicina al popolo di Dio». Don Valdir ha aggiunto che la nuova collocazione, deve ricordarci che solo Gesù Maestro è Via, Verità e Vita, che tutti noi siamo chiamati alla santità, ovvero «vivere uniti a Cristo», secondo l’esperienza di san Paolo, testimoniando oggi la santità paolina.

Il 1° di novembre, Solennità di Tutti i Santi, è stato il giorno atteso da noi tutti e dalla parrocchia stessa. Ha presieduto l’Eucarestia il Vicario di Papa Francesco per la Diocesi di Roma, il Card. Angelo De Donatis, gioioso di condividere con la Famiglia Paolina questo momento di festa e di comunione ecclesiale. Le sue calde parole a commento della Scrittura e della vita del Beato ci hanno permesso di rileggere la figura del nostro Fondatore come colui che ha preso seriamente il cammino di santità, non solo per se stesso ma per ogni battezzato, perché quando la vita è piena del dono dello Spirito, diventa luogo apostolico per la santificazione del popolo di Dio.

Nell’omelia ha poi aggiunto: «La povertà offerta da Gesù come beatitudine è un orizzonte, una condizione favorevole, una sorta di “segreto di riuscita”. Don Alberione lo intuì meravigliosamente insegnando che bisogna sempre iniziare dal presepe, dalla povertà di Betlemme… Don Alberione voleva che i suoi fossero non solo editori ma anche scrittori; non solo far conoscere la santità degli altri ma comunicare la propria. Questo è lo scopo: santificare e santificarsi tramite l’apostolato della comunicazione».

Prima della fine della Celebrazione, il Superiore generale ha invitato i presenti a pregare affinché, per l’intercessione di Don Alberione, ognuno possa vivere il Vangelo mentre risponde alle sfide dell’evangelizzazione oggi.

La cena condivisa con il Cardinale Angelo De Donatis è stata anch’essa un momento di fraternità e di festa, durante la quale ha espresso con la sua solita semplicità e paternità che l’amicizia con la Famiglia Paolina è un tratto che caratterizza la sua vita già da seminarista, alimentata poi da molti incontri personali.

L’ultima tappa del trasferimento del Beato Giacomo Alberione è avvenuta dopo cena, quando l’urna è stata sistemata definitivamente sotto l’altare di Gesù Maestro.

È stato un giorno di grazia, dove tutti ora siamo più consapevoli che la vita del nostro Fondatore è un dono di Dio per la Chiesa e un invito a vivere anche noi da apostoli nella cultura della comunicazione.


 Omelia del Card. Angelo De Donatis (PDF)

Messaggio del Superiore generale

 ITAESPENG

Video della messa

Video della preghiera

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