FSP Italia: Sr M. Ambrogia Sedda

Nazione di nascita: Italia
+ 07/11/2021 Ospedale “Michele e Pietro Ferrero” di Verduno (Cuneo)

Carissimi,

verso le ore 4 di questa XXXII Domenica del Tempo Ordinario, presso l’Ospedale “Michele e Pietro Ferrero” di Verduno (Cuneo) è stata chiamata a gettare la sua vita nel tesoro del regno, in un ultimo, estremo atto d’amore, la nostra sorella

SEDDA MARIA GIUSEPPA sr MARIA AMBROGIA
nata a Gavoi (Nuoro) l’11 dicembre 1932

Entrò in congregazione a Roma, il 21 settembre 1955. Dopo qualche anno di formazione, una breve esperienza apostolica a Foggia e il tempo del noviziato, il 30 giugno 1959 emise la prima professione nel Santuario “Regina degli Apostoli” di Roma. Aveva ventisette anni ed era la primogenita di una bella e numerosa famiglia sarda dalla quale aveva ereditato un forte senso di responsabilità e di impegno.

Dopo la professione perpetua, emessa a Roma nel 1964, si dedicò alla diffusione capillare e collettiva nelle diocesi di San Benedetto e Chieti. Proprio in quel tempo, ebbe occasione di comunicare alla superiora provinciale quanto l’animava e la rendeva felice. Scriveva: «L’essere contenta non dipende dal fare questo o quel lavoro ma dal mettere tutte noi stesse, i talenti, le energie, per compiere bene l’ufficio affidato. Nei miei riguardi potete disporre liberamente… Il Signore deve poter disporre di me senza che io ponga impedimenti. E quando Lui chiede una cosa, dà sempre la grazia per farla…».

Nel 1972, ad Alba, ebbe la possibilità di completare la propria formazione culturale e poi riprese il cammino, nell’obbedienza e piena disponibilità, nelle varie comunità della provincia. Ovunque portava la nota inconfondibile di accoglienza, serenità, apertura ai bisogni di tutti. A Ferrara si dedicò per quattro anni, alla diffusione nelle famiglie, scuole, istituti; a Cagliari apprese ad amare l’apostolato librario e iniziò, nel 1979, a svolgere il compito di superiora, un servizio che avrebbe caratterizzato gran parte della sua vita paolina. È stata infatti una superiora molto amata a Salerno, Verona, Trieste, Cosenza. In queste case fu chiamata a mettere a servizio delle sorelle la sua bella capacità relazionale ma anche l’esperienza che, tra un superiorato e l’altro, andava facendo in alcune grandi e attive librerie della provincia, specialmente a Messina, Bologna, Lecce. Nelle librerie ma anche nei rapporti con le sorelle, era attenta, equilibrata, essenziale, capace di ascolto e di prevenire ogni necessità. Le era rimasta particolarmente impressa l’esperienza vissuta a Messina dove la piccola comunità poteva condividere ogni cosa e sentirsi davvero «un cuor solo e un’anima sola».

Riconosceva come un grande dono, la partecipazione a un corso internazionale sul carisma. Confidava: «Ho sperimentato nuovamente la grandezza della vocazione paolina, ho approfondito maggiormente la spiritualità e la missione, ho stabilito un rapporto più profondo con san Paolo. Sono certa che il Signore mi darà la grazia di vivere, dove e come Lui vuole, qualcosa di ciò che ho sperimentato… Sento il mio cuore grande quanto il mondo».

Nell’anno 2011, con il declinare delle forze, fu trasferita nella comunità di Torino per dedicarsi ai servizi vari e l’anno dopo il Signore le chiese un’altra, più sofferta disponibilità: l’inserimento nella comunità albese dove si dedicò, per qualche anno, alla lavanderia e all’animazione del gruppo di sorelle ammalate. Ma giunse anche per lei il momento di ritirarsi nel reparto del 3° piano per essere sostenuta e aiutata a sopportare i forti dolori causati da varie forme di artrite e artrosi che rendevano difficoltoso ogni movimento. Quello è stato per lei un tempo non facile nel quale ha dovuto arrendersi a usare la carrozzella e a considerare seriamente la situazione fisica che andava peggiorando.

Solo una decina di giorni fa, venne accolta nell’infermeria per il progressivo peggioramento della malattia alla quale però era difficile dare un nome. Negli ultimi giorni fu sottoposta a diverse visite neurologiche e cardiologiche ma poiché la situazione continuava a destare preoccupazione, ieri venne ricoverata in ospedale dove finalmente le fu diagnosticato uno shock settico. Prima dell’alba, a imitazione della vedova del vangelo, sr M. Ambrogia ha gettato come tesoro prezioso, tutto quello che aveva per vivere, ha gettato la sua stessa vita nel cuore del suo Signore e Maestro. Con affetto.

sr Anna Maria Parenzan

Roma, 7 novembre 2021


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