PDDM Italia: Sr. M. Ildefonsa Severina Bianchi

Nazione di nascita: Italia
+ 14/11/2012 Cinisello Balsamo

Carissime Sorelle,
Questa notte, 14 novembre 2012, alle 2,00 a.m., nella Comunità di Cinisello Balsamo (MI), è arrivato lo Sposo e ha trovato pronta, con la lampada dell’amore e della fede accesa, e ha introdotto alle nozze eterne la nostra sorella

SUOR M. ILDEFONSA SEVERINA BIANCHI
NATA IL 19 MARZO 1917 A OSNAGO (LC)

Severina entra in Congregazione ad Alba (CN) il 15 agosto 1943, presentata dal Parroco “di condotta esemplare” e già dirigente di Azione Cattolica. Ha preceduto nell’ingresso in Congregazione altre sorelle della stessa parrocchia, M. M. Clelia Arlati, Sr. M. Piercarla Consonni e diverse altre Pie Discepole, animate dallo zelo vocazionale del parroco.
Inizia il noviziato il 24 marzo 1945 ed emette la Professione religiosa il 25 marzo 1946, la professione perpetua il 12 gennaio 1952. Alla professione le viene dato il nome di Ildefonsa per ricordare il carissimo Cardinale di Milano Sua Em.za Mons. Ildefonso Schuster, tanto vicino alla Famiglia Paolina. Lo ricorda lei stessa: “Grazie dell’annuncio della Beatificazione del Cardinal Schuster. Ho rivissuto il momento della prima professione quando il Beato Timoteo Giaccardo mi disse: D’ora in poi ti chiamerai Sr. M. Ildefonsa per onorare e pregare per il tuo vescovo, missione di preghiera che non ho mai dimenticato” (A M. M. Lucia 20.08.1995). Oltre i corsi per catechista che ha avuto la possibilità di frequentare, ebbe particolare cura della propria autoformazione continua fino a giungere a esprimere con tanta ricchezza di vocabolario le sue esperienze interiori.
Il suo pellegrinare apostolico conosce le seguenti tappe: subito dopo la professione è a Novara, poi in Via Tullo Morgagni, prima sede delle Pie Discepole a Milano. Nel 1947 è nel laboratorio di confezione di Alba, quindi nel 1953 nell’incipiente casa di Cinisello Balsamo sempre in laboratorio. Nel 1955 trascorre un anno a Londra (Inghilterra) presso la Società San Paolo. Al suo rientro è a Firenze quindi nel 1957 è a Nogent sur Marne (Francia). In seguito ad una caduta da una scala, avvenuta nel 1943, nel gennaio del 1958 le viene diagnosticato un tumore osseo midollare benigno. La sorella narra di aver sperimentato in tale occasione uno speciale intervento del Beato Don Timoteo Giaccardo. Don G. Alberione, in visita a Parigi, andò a trovarla all’ospedale. “Dissi al Primo Maestro che desideravo accettare, anzi volevo fare la volontà di Dio ma il pensiero di perdere la gamba riempiva il mio essere di ribellione. Il Primo Maestro mi disse: Senti, dillo al Signor Maestro (già in Cielo!) e stai tranquilla. Ciò che feci con tutta l’anima e con grande fiducia… La tribolazione non finì con il primo intervento, dovetti subirne altre tre per complicazioni. Mesi e anni di molta trepidazione e pericolo della cancrena. In questa situazione pregavo e offrivo, sicura della parola del Primo Maestro. Mi dicevo spesso: “Dillo al Signor Maestro”. Camminai per anni con la stampella. Il tumore midollare era benigno ma estensivo. Il male non si è più ripetuto, ora sono passati 25 anni e cammino con una protesi senza stampelle, vivo la vita comunitaria e sono convinta che tutto mi è venuto dal Signore per intercessione del Signor Maestro” (Balsamo 1.3.1984). Nel 1960 può rientrare in Italia a Cinisello Balsamo dove inizia una nuova attività: tessitura a mano. Dalle sue mani laboriose usciranno particolarmente mitre preziose, di fine gusto artistico, moderne come pure stole presbiterali finemente lavorate, una più bella dell’altra, segno di passione apostolica e di sensibilità per la bellezza e per la liturgia. Nel
1962 sarà per alcuni anni a Roma nel laboratorio di confezione e quindi nel 1966 ritorna a Cinisello Balsamo dove continua l’attività nel laboratorio di tessitura.
In occasione del 50° di Professione scrive a M. M. Lucia Ricci, sua maestra di noviziato: “Mi sono preparata a questo giorno con un anno di adorazione del Divino Volere, in riparazione dell’ottusità nell’accettare e vivere il progetto di Dio su di me, in ringraziamento del dono di tante grazie e in preghiera per quanto Lei e il B. Timoteo e, perché no, il Primo Maestro e tante sorelle responsabili incontrate nella mia vita mi hanno donato. (…) In alcuni momenti non riuscivo a capire, ma sempre l’insegna della mia vita: “SE VUOI VENIRE DIETRO A ME RINNEGA TE STESSA PRENDI LA TUA CROCE E SEGUIMI” mi si presentava allo spirito e tutto diventava facile. Poi subentrò la necessità dell’offerta che porto avanti da 38 anni. Gesù Maestro “il mio bastone e il mio vincastro” mi ha dato forza e coraggio. (…). Sono come su due binari: la gioia immensa di un tramonto sereno e nella pace, e un po’ di tristezza per la povertà di virtù che scopro in me nonostante l’impegno a vivere la mia conversione e purificazione (Pasqua 1996).
Nel 2001 viene trasferita temporaneamente a Sanfrè (CN) e nel 2006 ritorna a Cinisello. Manifesta sempre una profonda spiritualità incentrata sul compimento della volontà di Dio e sull’offerta della sua sofferenza con spirito apostolico. Sono costanti queste intenzioni: “Per la Chiesa, per la Famiglia Paolina, per le vocazioni”. “È l’ultimo tempo che il Signore mi offre, lo voglio riempire di amore e di offerta. A Gesù che mi ha sempre aiutata, sostenuta affido tutto il mio amore, la mia fedeltà. Spero tanto nel suo aiuto per concretizzare l’oblatività del nostro carisma” (A M. M. Gesualda Serra, Natale 2001).
“Tutto è di Dio gioia e sofferenza. È Lui che sa come distribuire i doni. Quest’ultima visita (l’aggravarsi della salute) nei miei confronti non l’aspettavo, ma le cose improvvise sono sempre illuminate dalla fede che Lui stesso accende in me (…). Io offro per la Congregazione, la Famiglia Paolina. Accetto ben sapendo che la Pia Discepola ha come via anche il compito dell’oblazione. Aiutami con la preghiera a offrire tutto per la pace, per le vocazioni” (A Sr. M. Paola Mancini, Sanfrè 25.2.2002).
Uno scritto, datato Sanfrè 2005, può considerarsi sintesi del suo cammino: “Ogni giorno rinnovarmi nella fede, speranza e carità. Fare della mia disabilità un olocausto, oltre la preghiera, per la santità dei sacerdoti”.
Sr. M. Ildefonsa, sofferente da anni, amorevolmente assistita dalle sorelle infermiere, porta a compimento il suo pellegrinaggio terreno, in molta pace, a motivo di insufficienza respiratoria acuta e subedema polmonare. Ringraziamo Gesù Maestro per i valori evangelici e vocazionali che questa sorella ha vissuto e comunicato, un vero dono per la Chiesa e per tutte noi, in questo Anno della fede!


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