FSP Italia: Sr Eulalia D’Ettorre

Nazione di nascita: Italia
+ 06/03/2021 Albano GA

Carissime sorelle,

mentre ci inoltriamo nella terza domenica di Quaresima, alle ore 17, nella comunità “Giacomo Alberione” di Albano, il Signore è passato nuovamente chiamando a sé la nostra sorella

D’ETTORRE VIOLA CONCETTA sr EULALIA
Nata a Pulsano (Taranto) il 12 gennaio 1921

Ringraziamo il Padre per la lunga vita di questa cara sorella, giunta al traguardo dei cent’anni: una vita tutta donata allo sviluppo della missione nelle comunità paoline d’Oriente, dapprima in Giappone e poi in Corea.

Sr Eulalia entrò in congregazione nella casa di Roma, il 19 novembre 1937, a sedici anni di età. Dopo la prima formazione e un’esperienza apostolica a Campobasso, visse a Roma il noviziato che concluse con la prima professione, emessa quasi ottant’anni fa, il 19 marzo 1941. Da giovane professa si dedicò alla diffusione capillare nella diocesi di Ferrara e dopo un anno trascorso a Roma, negli uffici del centro apostolico, venne chiamata a Tokyo, per sostenere le poche sorelle che solo un anno prima avevano fondato quella comunità. Studiò velocemente la lingua e già nel 1950 apriva a Fukuoka, la prima filiale giapponese, della quale fu la prima superiora. Gli inizi erano poverissimi. Scrivevano le sorelle: «Eravamo prive di tutto e dovemmo improvvisare il tavolo con alcune cassette». A Fukuoka ci si dedicava alla diffusione della Parola nelle famiglie, alla scuola di catechismo domenicale, alla visita nelle diverse parrocchie a scopo vocazionale e all’organizzazione dei ritiri di orientamento per le giovani che fruttarono un buon numero di vocazioni. Al termine del mandato, sr Eulalia fu chiamata a svolgere, a Tokyo, il compito di formatrice e quindi di superiora della casa di Osaka.

Dopo dieci anni di vita giapponese, l’attendeva una nuova avventura della fede: il 13 dicembre 1960 giungeva a Seoul per fondarvi, come superiora, la prima comunità. Le cronache del tempo ricordano: «Sotto la protezione di Maria Santissima l’8 dicembre 1960 dal porto di Yokohama (Giappone) con una nave merci americana partono sr Eulalia e sr Irene Conti (allora superiora provinciale del Giappone), saranno seguite dopo qualche giorno da altre due sorelle». La prima abitazione fu una piccola casa messa a disposizione dal parroco della chiesa “Madonna della pace”, a Heukseokdong, che aveva sollecitato la presenza delle Figlie di San Paolo in terra coreana.

Portava in cuore come un bene prezioso, il saggio orientamento ricevuto da M. Tecla: «Siete tre, come la Santa Famiglia, non abbiate fretta, preparatevi bene con lo studio della lingua, intanto passerà il freddo e poi vi metterete a lavorare… Per un po’ non cercare altro che imparare la lingua, gli usi, ambientarsi bene e poi si farà molto di più e molto meglio e la salute ne guadagnerà. Perché non abbiate timore di essere di peso, ho mandato a Tokyo un’offerta per voi… quindi non vi affannate e state tranquille. Cercate qualcuna che vi traduca qualche foglietto e libretto adatto a quella gente e fate stampare, poco per volta. Se poi proprio non potrete andare avanti, vuol dire che si è provato… Abbiate più fede, non contare su di noi che siamo misere e povere ma contare su Dio. Lui può tutto. Non contare sui mezzi umani ma avere fede sulle promesse di Dio. Recitate bene il patto… Prima cercate le vocazioni e poi farete. Se ci sono speranze di avere persone del posto è meglio che avere tanti mezzi».

Sperimentando la provvidenza divina, sr Eulalia scriveva nel marzo 1961: «Qui vi è molta povertà, non vi sono fabbriche o industrie, le risorse principali sono tutte al nord. Vi sono però ricchezze spirituali meravigliose e un grande movimento verso la religione cattolica. Il numero dei cristiani va aumentando notevolmente. Abbiamo iniziato il nostro apostolato con una piccola libreria in casa. L’abbiamo riempita metà di libri giapponesi, buona parte di libri inglesi e pochi in lingua coreana, specialmente libri di pietà… Per il nostro apostolato vi sono molte possibilità; qui c’è pochissima stampa cattolica, mentre tutti sono desiderosi che ci siano movimenti in questo campo. Anche noi desideriamo tanto lavorare… Si vede che questo è pure il desiderio del Signore, perché proprio in questi giorni, per un’occasione speciale, abbiamo potuto avere una libreria in centro. Un signore cattolico, ce l’ha ceduta… Per ora dobbiamo solo studiare la lingua, che è difficilissima, più difficile del giapponese, poi penseremo a far tradurre il Vangelo, per poterlo stampare e diffondere. Vescovi e sacerdoti hanno molte speranze nel nostro apostolato; tutti ci incoraggiano e sono desiderosi di aiutarci…».

E presto le vocazioni arrivarono. Nel 1968, sr Eulalia venne nominata maestra del primo noviziato realizzato a Seoul e degli altri tre che immediatamente seguirono. Nel 1972, quando la Corea si staccò giuridicamente dalla provincia giapponese e divenne delegazione, fu la prima superiora delegata mentre svolgeva anche il servizio di superiora locale a Seoul.

Nel 1978, alla scadenza del duplice mandato di delegata, sostò per qualche anno a Roma per approfondire la propria formazione culturale presso l’Istituto “Regina Mundi”. Al rientro in Corea, nel 1980, dopo una beve esperienza redazionale, venne nominata superiora della casa di Daegu e nel 1985 fu nuovamente formatrice delle juniores e delle sorelle che si preparavano ai voti perpetui. Gli ultimi dieci anni della sua presenza in Corea furono caratterizzati da un forte impegno nella formazione dei Cooperatori Paolini, nell’avvio e nel consolidamento dell’Istituto delle Annunziatine e nel servizio di traduzione. Specialmente le Annunziatine le sono sempre state molto grate, riconoscendola come la loro “madre”.

Nell’anno 2001, a ottant’anni di età, preferì rimanere in Italia e venne inserita nella comunità di Napoli Capodimonte dove si dedicò alla preparazione dei prodotti semilavorati e alla cura della salute che andava declinando. Circa tre anni fa, venne accolta nella casa “Giacomo Alberione” di Albano. Continuava a portare in cuore la Corea ed era grande la sua gioia quando poteva rivedere i diversi gruppi di sorelle coreane che per vari motivi giungevano in Italia. Vibrava in sintonia con quella provincia, gioiva per il dono delle vocazioni e per ogni progresso apostolico e formativo.

Le sue parole gentili e incoraggianti, il sorriso amabile e avvolgente, la riconoscenza per la pienezza di grazie ricevute nella sua lunga vita, erano una testimonianza per tutti. E per rendere il ringraziamento più concreto, non si stancava di baciare le mani delle sorelle, delle collaboratrici, delle infermiere che le prestavano le cure necessarie. Non soffriva per particolari patologie e si era pure negativizzata in seguito al contagio da covid-19. Proprio come una candela, si è progressivamente consumata nell’offerta quotidiana.

La vita di sr Eulalia che ci offre ancora una volta la possibilità di connetterci con quell’inesauribile “documento” che è la storia delle prime generazioni, infonda in tutte noi e particolarmente nelle sorelle coreane, una rinnovata fede e audacia apostolica: «Sappiamo in chi abbiamo creduto» e abbiamo la certezza che «Colui il quale ha iniziato in noi quest’opera, la condurrà a compimento».

Esprimiamo tutta la vicinanza e la solidarietà alle sorelle della comunità “Giacomo Alberione” di Albano, in questi giorni così duramente provate.

Con affetto.

sr Anna Maria Parenzan

Roma, 6 marzo 2021.


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