FSP Italia: Sr Maria Pia Aleandri

Nazione di nascita: Italia
+ 12/08/2021 Policlinico Umberto I di Roma

Carissimi,

vi comunichiamo che verso le ore 22 di ieri, presso il Policlinico Umberto I di Roma, il covid19 ha portato nelle braccia del Padre buono e misericordioso la nostra sorella

ALEANDRI sr MARIA PIA
nata a L’Aquila il 25 dicembre 1933

È stata chiamata a contemplare quel Volto luminoso che, come provetta artigiana, stampava sulle icone che inviava in ogni parte del mondo: icone che raffiguravano le devozioni paoline ma anche immagini classiche della tradizione cristiana. Erano per lei finestre sul trascendente ed esprimevano il suo animo semplice, aperto alla bellezza. E proprio nella gioia con cui svolgeva questo servizio, si scopriva, come per incanto, il vero volto di Maria Pia: una sorella concreta, espertissima nei mestieri più vari (dalla falegnameria al giardinaggio alla cucina…), capace di gesti di vera tenerezza. Fedele al Maestro che l’aveva chiamata in età già matura, aveva ricevuto da Lui la forza per lasciare una famiglia numerosa che ha sempre molto amato e dalla quale è stata fortemente riamata. Era fiera della propria terra d’origine, l’Abruzzo e, fin quando le forze gliel’hanno permesso, non tralasciava di partecipare, a L’Aquila, al rito solenne della Perdonanza, la più importante festa cittadina. Negli ultimi anni aveva condiviso con i propri cari la sofferenza per la faticosa ricostruzione del post terremoto che aveva portato la distruzione di luoghi a lei molto cari.

Entrò in congregazione nella casa di Roma il 15 dicembre 1957, a ventiquattro anni di età. Nel tempo della formazione, ebbe la possibilità di un’esperienza apostolica nella comunità di Aosta prima di vivere, a Roma, il noviziato, concluso con la prima professione il 30 giugno 1961. Da giovane professa, venne inserita nella casa di Salerno e in seguito in quelle di Massa Carrara e Bergamo dove diffuse il vangelo nelle famiglie, scuole, uffici. Nel 1970, fu chiamata alla missione “ad gentes” nella nuova fondazione di Lagos (Nigeria). L’Africa le era rimasta nel cuore ed era felice quando poteva riannodare il rapporto d’amicizia con alcune sorelle nigeriane, entrate nelle congregazioni locali. Al rientro in Italia, nel 1972, venne inserita nella casa generalizia che divenne, per quasi tutta la vita, la sua comunità. In quella casa centrale, spaziava con il cuore in ogni parte del mondo. Aveva un affetto particolare per il Pakistan, dove soggiornò qualche tempo per prestare aiuto alle sorelle. La generosità era una delle sue più belle caratteristiche: con gentilezza e professionalità, accoglieva gli ospiti, specialmente i familiari, preoccupandosi che ci fosse tutto il necessario e servendoli a tavola con delicatezza.

Maria Pia era sempre in cammino: con le scarpe consumate, non si stancava di percorrere le strade affollate del tradizionale mercato romano di Porta Portese; era felice quando poteva accompagnare le sorelle ad ammirare le bellezze artistiche di Roma e i preziosi mosaici dell’arte bizantina della Basilica di Santa Sofia. Per molte di noi, era la “Piuccia”, un appellativo affettuoso che le era stato affibbiato da sr Maria Cevolani quando ancora condividevano l’abitazione di Via Laurentina (Roma). Non possiamo dimenticare la sua premura verso le sorelle dei governi generali che si sono succeduti nei lunghi anni della sua permanenza in casa generalizia: un’attenzione che andava dalla preparazione del caffè alla pulizia delle stanze, all’accoglienza gioiosa dopo i lunghi viaggi. E non possiamo dimenticare i suoi presepi, innumerevoli e immensi… vere opere d’arte.

Ricordiamo la sofferenza profonda di Maria Pia quando, nella primavera del 2019, per motivi di salute dovette inserirsi nella comunità di Albano. Fu uno strappo doloroso che però seppe lenire nel tempo accogliendo nella pace la nuova situazione. Aveva da poco celebrato i sessant’anni di professione: nel giorno della festa aveva ricevuto l’abbraccio di don Valdir, superiore generale della Società San Paolo. Era grande la sua riconoscenza e ripeteva: «Come posso ringraziare?».

Nelle ultime settimane una brutta polmonite è stata l’avvisaglia del covid-19 che l’aveva colpita. Ricoverata il 29 luglio presso il Policlinico “Umberto I” di Roma, dopo lunghi giorni di coma farmacologico, è andata al Padre per essere avvolta dal suo amoroso abbraccio.

Con affetto.

sr Anna Maria Parenzan

Roma, 13 agosto 2021


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