FSP Italia: Sr Cecilia Seganfreddo

Nazione di nascita: Italia
+ 13/04/2023 Albano GA

Carissimi,

alle ore 11, nella comunità “Giacomo Alberione” di Albano, il Signore risorto ha chiamato per nome la nostra sorella

SEGANFREDDO sr CECILIA
nata a Mure di Molvena (Vicenza) il 1° settembre 1931.

Era rimasta profondamente colpita dalle parole del Fondatore: «La morte è una porta che si apre oltre la quale c’è la visione…». E scriveva con ardente desiderio: «Ê a questa visione del Maestro che il mio animo anela…». Il Maestro divino era realmente il centro, la luce che rischiarava e dava senso a tutta la sua vita. Ricordava con commozione: «Alla scuola del Beato Alberione e dei sacerdoti paolini, il Beato Giaccardo, don Roatta, don Lamera… come pure alla scuola della Ven Tecla Merlo e delle maestre di formazione imparai a conoscere e ad amare Gesù Maestro, ad andare oltre per vivere l’essenzialità…». Esprimeva con piena convinzione: «La luce della Parola del Maestro divino ha sempre illuminato il mio cammino». Un cammino colmo di grazia e di benedizioni, una vita tesa sempre al meglio, al di più…

Entrò in congregazione nella casa di Alba, il 20 maggio 1950 aprendo la strada alla sorella minore, sr M. Atanasia che l’avrebbe seguita tre anni più tardi. In famiglia, aveva già conseguito l’abilitazione magistrale e poté così dedicarsi, fin dai primi anni di formazione, allo studio della filosofia e della teologia. Visse a Roma il noviziato che concluse, con la prima professione, il 19 marzo 1953. Nel 1955, partiva per Montreal (Canada) per occuparsi della formazione delle prime giovani che si affacciavano alla vita paolina. Nel 1962 era superiora della casa di Toronto e due anni dopo svolgeva il servizio di superiora della delegazione. Era un tempo particolarmente favorevole e le sorelle canadesi erano concentrate nel realizzare il mandato loro affidato dal Fondatore in occasione di una sua visita: il noviziato, la rivista “Via, Verità e Vita”, l’avvio dell’apostolato cinematografico, la nuova casa da costruire.

Nel 1971, sr Cecilia venne chiamata in casa generalizia, a Roma, per offrire un contributo nella preparazione del Capitolo speciale. Al termine di quell’importante evento, le venne affidato il compito di superiora delegata delle comunità della Francia. Nel 1975 si aprì per lei una nuova parentesi: l’impegno presso i dicasteri vaticani mentre abitava nella comunità della casa generalizia. E nel 1980, dopo aver preparato alla professione perpetua un gruppo di juniores e aver vissuto un anno di aggiornamento, si prospettava una nuova sorpresa: la partenza per il Congo come missionaria. Trascorse dieci anni di dedizione generosa nelle comunità di Lubumbashi e di Kinshasa come superiora locale, consigliera di delegazione e incaricata dello sviluppo dell’ambito editoriale. Diede un forte impulso alla produzione di testi per la formazione degli agenti pastorali e delle varie categorie di persone, in particolare dei bambini. Era soprattutto preoccupata di preparare semplici sussidi da diffondere a piene mani per seminare, spargere la Parola. Le parole dell’Alberione che l’avevano particolarmente colpita, davano ali al suo cuore: «Felici voi se avrete tutto consumato per la divulgazione del vangelo».

Nel 1996 rientrò in Italia dove l’attendeva un altro incarico per il quale, come di consueto, spese tutta se stessa: l’accompagnamento e l’animazione dei Cooperatori paolini nella comunità di Napoli Capodimonte. Fu un’esperienza molto ricca nella quale sr Cecilia si impegnò per trasmettere ai laici tutto l’amore alla spiritualità paolina e tutta la passione apostolica che pulsava nel suo cuore. Anche in quell’occasione, sr Cecilia si manifestò come una donna di relazione. E lei stessa amava sottolineare che i libri più belli letti nella sua vita erano le persone incontrate.

Una grave forma di miastenia andava però minando il suo fisico costringendola, nell’anno 2016, a ritirarsi nella comunità “Giacomo Alberione” di Albano. Scriveva: «La luce della Parola rischiara ancora il mio cammino, anche nei momenti più incerti e faticosi, come quello di sentirsi inutile, incompresa, incapace di compiere la missione… Il Maestro divino è sempre là, pronto ad accogliermi. Mi abita la certezza della sua presenza…».

Aveva confidato che il brano evangelico dell’incontro del Risorto con la Maddalena (Gv 20,16), racchiudeva l’essenziale del suo vissuto tutto proteso ad abitare nel Maestro, a seguire le sue orme per annunciarlo. E il Signore risorto nella sua grande tenerezza, l’ha chiamata a toccare i suoi piedi, a riconoscerlo come il Vivente, a rispondergli con amore, proprio nella luce sfolgorante del sole di Pasqua. Veramente per sr Cecilia, questo è il giorno che ha fatto il Signore. Con lei ci rallegriamo.

Con affetto.

sr Anna Maria Parenzan

Roma, 13 aprile 2023


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