Carissimi,
questa mattina, alle ore 6, nella comunità “Giacomo Alberione” di Albano è stata chiamata a vivere per sempre con il suo Signore, la nostra sorella ultracentenaria
MEDUGNO NELLA sr MARIA FILIPPINA
nata a Grottolella (Avellino) il 10 dicembre 1923
«Ho camminato con la mano nella mano del Signore…». Queste parole espresse in occasione della celebrazione dei suoi cent’anni, sintetizzano bene la lunga esistenza vissuta con simpatia, schiettezza, semplicità, grande socievolezza e un desiderio continuamente ribadito, di rispondere, come Don Alberione, ai bisogni delle donne e degli uomini di oggi.
Era nata nell’Irpinia, una regione ricca di antiche tradizioni da lei molto amate. Entrò in congregazione nella casa di Avellino, il 17 luglio 1946, dopo aver partecipato a una “missione” organizzata nel suo paese dai padri Redentoristi. Ricordava: «La missione mi ha cambiato la vita e ho fatto la domanda per entrare nella congregazione». Venne presto trasferita a Roma per il tempo di formazione e poi a Cagliari, Sassari e Nuoro per l’esperienza apostolica.
Al termine dell’anno di noviziato, il 19 marzo 1950 emetteva, a Roma, la prima professione e subito dopo partiva per Caltanissetta per dedicarsi alla diffusione itinerante del vangelo. Aveva sospeso questa faticosa forma di evangelizzazione solo per recarsi ad Alba per la professione perpetua, emessa il 19 marzo 1955. E subito dopo proseguiva la corsa apostolica nelle diocesi di Pavia, Torino, Siena, Benevento. Di quegli anni di intenso apostolato ricordava: «La nostra vita è missione. Ho fatto la propaganda: si andava con i pacchi di libri, si prendeva la corriera e si percorrevano i paesi…».
Fu poi inserita nella comunità di Napoli per prestare aiuto nel magazzino, presso l’Agenzia San Paolo Film e in libreria. Si prestò pure nei vari servizi come cuoca e guardarobiera, nelle case di Napoli, Taranto e Salerno. Era felice della vita che andava conducendo. Diceva con semplicità: «Ho risposto ai bisogni che c’erano nelle comunità… Volersi bene, andare avanti… Sono contenta della mia vita e della missione che ho svolto».
Dall’anno 2019, si trovava nella comunità “Giacomo Alberione” di Albano. Non aveva patologie particolari, era una presenza serena e molto comunicativa che richiamava continuamente l’urgenza della missione. Si poneva interrogativi profondi, soprattutto si chiedeva che cosa avrebbe fatto il Fondatore di fronte alle grandi scoperte del nostro tempo: l’intelligenza artificiale, le nuove tecnologie… In occasione della celebrazione dei cent’anni di vita aveva rilasciato un’intervista nella quale esprimeva il suo vissuto: «Sono qui davanti al Signore… quello che vuole lui, eccomi pronta. Ci sono tanti bisogni nella società ma nell’amore di Dio abbiamo la possibilità di dare il nostro contributo… L’amore di Gesù ci deve promuovere, siamo sale della terra… il sale non si vede, è nascosto in cucina però se non si mette il sale non si può mangiare…».
Usava le espressioni più colorite per esprimere i propri sentimenti: aveva davvero un cuore di poetessa. Pur non avendo frequentato scuole particolari, godeva nello scrivere dei versi che esprimevano la vitalità del suo animo e il desiderio di Dio. Contemplando il suo paese natio aveva scritto: Sull’appenninica collina si spande l’Irpinia. Scendono i grappoli, adornano i campi come gioielli nei vigneti. Un altro verso potrebbe essere il suo testamento spirituale: L’abisso profondo della terra raccoglierà le tue spoglie. L’altissimo spazio infinito accoglierà il tuo spirito. E per sempre resterà in Dio. Riposa in Dio, carissima sr Filippina! E continua a essere sale e luce per molte persone alla ricerca della verità.
Con affetto.
sr Anna Maria Parenzan
Roma, 12 ottobre 2025