Rito della Penitenza

Il Sacerdote e il penitente:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Il Sacerdote si rivolge al penitente con queste parole o altre simili:
Il Signore, che illumina con la fede i nostri cuori, ti dia una vera conoscenza dei tuoi peccati e della sua misericordia.
Il penitente: Amen.

Il Sacerdote ricorda al penitente qualche testo della Sacra Scrittura, in cui si parla della misericordia di Dio e viene rivolto all’uomo l’invito a convertirsi.
Il penitente confessa i propri peccati; ascolta le parole del Sacerdote; accetta l’esercizio penitenziale che gli viene proposto e, invitato dal Sacerdote, manifesta la sua contrizione recitando l’atto di dolore o qualche altra forma simile.
Atto di dolore.

Oppure una delle seguenti giaculatorie:

1. Gesù mio, misericordia.
2. O Gesù, d’amore acceso, non ti avessi mai offeso; o mio caro e buon Gesù, non ti voglio offendere più.

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Il Sacerdote, tenendo stese le mani sul capo del penitente, dice:

Dio, Padre di misericordia, che ha riconciliato a sé il mondo nella morte e risurrezione del suo Figlio, e ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ti conceda, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace.
E io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Il penitente risponde: Amen.

Dopo l’assoluzione il Sacerdote prosegue con queste parole o altre simili:

Lodiamo il Signore perché è buono.

Il penitente conclude:
Eterna è la sua misericordia.

Quindi il Sacerdote congeda il penitente riconciliato, dicendo:

Il Signore ha perdonato i tuoi peccati. Va’ in pace.

In luogo del precedente congedo il Sacerdote può dire:

La Passione di Gesù Cristo nostro Signore, l’intercessione della beata vergine Maria e di tutti i santi, il bene che farai e il male che avrai da sopportare ti giovino per il perdono dei peccati, l’aumento della grazia e il premio della vita eterna. Va’ in pace.

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Subito dopo il congedo del sacerdote, il penitente nfarà, potendolo, l’esercizio imposto come soddisfazione (penitenza); poi richiamerà e scolpirà bene nella mente i consigli ricevuti dal sacerdote e rinnoverà i propositi.

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