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XXVIVai alla preghiera

Dio lascia l’uomo libero, pur dandogli la sua legge e proponendogli le verità, domandando un culto spirituale. Ma, terminata la vita di
prova, egli chiama ognuno al suo giudizio: Gesù Cristo proietterà sull’anima una luce in cui essa vedrà quanto ha fatto e quanto ha omesso. In relazione a ciò, tre possono essere le sentenze: paradiso, purgatorio, inferno (cf Gn 2,8; Dt 11,26-28; 30,15-19; Gr 21,8; Rm 6,22; 14,18).

Ti ringrazio, mio Dio,
Padre che mi hai creato per te.
Sono uscito dalle tue mani creatrici!

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Ritornerò nelle tue mani di Giudice e di Padre.
L’eternità dipende da me; chi vuole si salva.
Lo sento! Ma mi occorre la tua grazia:
molta luce, molto conforto.
Io spero in te.

Gloria a Dio…
O Gesù Maestro…
O Maria, Regina…

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XXVIIVai alla preghiera

L’inferno è lo stato e il luogo di eterno castigo per i ribelli. Non hanno cercato Dio e ne saranno privati per sempre. Hanno seguito il male e ne subiranno per sempre la pena. Anche il corpo, dopo il giudizio universale, soffrirà secondo le soddisfazioni godute. Un solo peccato mortale merita un’eternità di supplizi (cf Lc 16,19-31).

Mio Dio, ti ringrazio della luce che oggi mi dai.
All’inferno si va sapendolo, volontariamente.
Posso evitare il peccato
e posso ottenere il perdono
se ne ho commessi in passato.
«Dalle pene dell’inferno, liberaci, o Signore».
Il vero male è il peccato;
tutti gli altri si possono convertire in merito.
Devo temere il peccato più che la morte.

Gloria a Dio…
O Gesù Maestro…
O Maria, Regina…

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