Ufficio delle letture

INNO

O apostoli di Cristo,
colonna e fondamento
della città di Dio!

Dall’umile villaggio
di Galilea salite
alla gloria immortale.

Vi accoglie nella santa
Gerusalemme nuova
la luce dell’Agnello.

La Chiesa che adunaste
col sangue e la parola
vi saluta festante;

ed implora: fruttifichi
il germe da voi sparso
per i granai del cielo.

Sia gloria e lode a Cristo,
al Padre ed allo Spirito,
nei secoli dei secoli. Amen.

 

Oppure un altro inno o canto adatto approvato dall’autorità competente. Vedi solennità di san Paolo apostolo (p. 323).

 

1 ant. Io sono Gesù che tu perseguiti;
duro è per te resistere al pungolo.

 

 

SALMO 18A   Inno al Dio Creatore

Ci ha visitati dall’alto un sole che sorge… a dirigere i nostri passi sulla via della pace (Lc 1,78-79).

 

I     cieli narrano la gloria di Dio *
e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento.

Il  giorno al giorno ne affida il messaggio *
e la notte alla notte ne trasmette notizia.

Non è linguaggio e non sono parole, *
di cui non si oda il suono.

Per tutta la terra si diffonde la loro voce *
e ai confini del mondo la loro parola.

Là pose una tenda per il sole †
che esce come sposo dalla stanza nuziale, *
esulta come prode che percorre la via.

Egli sorge da un estremo del cielo †
e la sua corsa raggiunge l’altro estremo: *
nulla si sottrae al suo calore.

 

1 ant. Io sono Gesù che tu perseguiti:
duro è per te resistere al pungolo.

2 ant. Anania, va’ e cerca Saulo: io l’ho scelto
perché annunzi il mio nome a tutti i popoli.

 

 

SALMO 63   Preghiera contro il terrore del nemico

Tennero consiglio per arrestare con un inganno Gesù e farlo morire (Mt 26,4).

 

Ascolta, Dio, la voce del mio lamento, *
dal terrore del nemico preserva la mia vita.

Proteggimi dalla congiura degli empi, *
dal tumulto dei malvagi.

Affilano la loro lingua come spada, †
scagliano come frecce parole amare *
per colpire di nascosto l’innocente;

lo colpiscono di sorpresa *
e non hanno timore.

Si ostinano nel fare il male, †
si accordano per nascondere tranelli; *
dicono: «Chi li potrà vedere?».

Meditano iniquità, attuano le loro trame: *
un baratro è l’uomo e il suo cuore un abisso.

Ma Dio li colpisce con le sue frecce: *
all’improvviso essi sono feriti,

la loro stessa lingua li farà cadere; *
chiunque, al vederli, scuoterà il capo.

Allora tutti saranno presi da timore, †
annunzieranno le opere di Dio *
e capiranno ciò che egli ha fatto.

Il giusto gioirà nel Signore †
e riporrà in lui la sua speranza, *
i retti di cuore ne trarranno gloria.

 

2 ant. Anania, va’ e cerca Saulo: io l’ho scelto
perché annunzi il mio nome a tutti i popoli.

3 ant. Nelle sinagoghe Paolo annunziava Gesù,
affermando che era il Cristo.

 

 

SALMO 96   La gloria del Signore nel giudizio

Questo salmo si riferisce alla salvezza e alla fede di tutte le genti in Cristo (sant’Atanasio).

 

Il Signore regna, esulti la terra, *
gioiscano le isole tutte.

Nubi e tenebre lo avvolgono, *
giustizia e diritto sono la base del suo trono.

Davanti a lui cammina il fuoco *
e brucia tutt’intorno i suoi nemici.

Le sue folgori rischiarano il mondo: *
vede e sussulta la terra.

I monti fondono come cera davanti al Signore, *
davanti al Signore di tutta la terra.

I cieli annunziano la sua giustizia *
e tutti i popoli contemplano la sua gloria.

Siano confusi tutti gli adoratori di statue †
e chi si gloria dei propri idoli. *
Si prostrino a lui tutti gli dèi!

Ascolta Sion e ne gioisce, †
esultano le città di Giuda *
per i tuoi giudizi, Signore.

Perché tu sei, Signore, l’Altissimo su tutta la terra, *
tu sei eccelso sopra tutti gli dèi.

Odiate il male, voi che amate il Signore: †
lui che custodisce la vita dei suoi fedeli *
li strapperà dalle mani degli empi.

Una luce si è levata per il giusto, *
gioia per i retti di cuore.

Rallegratevi, giusti, nel Signore, *
rendete grazie al suo santo nome.

 

3 ant. Nelle sinagoghe Paolo annunziava Gesù,
affermando che era il Cristo.

 

V/.  Buono e pietoso è il Signore,

R/.  lento all’ira e grande nell’amore.

 

 

PRIMA LETTURA

Dalla lettera ai Gàlati di san Paolo apostolo

1,11-24

 

Rivelò a me il suo Figlio perché lo annunziassi

 

Vi dichiaro dunque, fratelli, che il vangelo da me annun­ziato non è modellato sull’uomo; infatti io non l’ho rice­vuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo, come io perseguitassi fieramente la Chiesa di Dio e la devastassi, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coe­tanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri.
Ma quando colui che mi scelse fin dal seno di mia ma­dre e mi chiamò con la sua grazia si compiacque di ri­velare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai pagani, subito, senza consultare nessun uomo, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Dama­sco.
In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore. In ciò che vi scrivo io attesto da­vanti a Dio che non mentisco.
Quindi andai nelle regioni della Siria e della Cilicia. Ma ero sconosciuto personalmente alle chiese della Giudea che sono in Cristo; soltanto avevano sentito di­re: « Colui che una volta ci perseguitava, va ora annun­ziando la fede che un tempo voleva distruggere». E glo­rificavano Dio a causa mia.

 

RESPONSORIO
Cf Gal 1,11-12; 2Cor 11,10.7

 

R/. Il vangelo che annunzio non è modellato sull’uomo: * non l’ho ricevuto da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.

V/. La verità di Cristo è in me, poiché vi ho annunziato il vangelo di Dio:

R/. non l’ho ricevuto da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.

 

SECONDA LETTURA

Dalle «Omelie» di san Giovanni Crisòstomo, vescovo

(Om. 2. Panegirico di san Paolo apostolo; PG 50, 477-480)

 

Paolo sopportò ogni cosa per amore di Cristo

 

Che cosa sia l’uomo e quanta la nobiltà della nostra natu­ra, di quanta forza sia capace questo essere pensante, lo mostra in un modo del tutto particolare Paolo. Ogni gior­no saliva più in alto, ogni giorno sorgeva più ardente e combatteva con sempre maggior coraggio contro le difficoltà che incontrava. Alludendo a questo diceva: Dimen­tico il passato e sono proteso verso il futuro (cf Fil 3,13). Vedendo che la morte era ormai imminente, invitava tut­ti alla comunione di quella sua gioia dicendo: « Gioite e rallegratevi con me» (Fil 2,18). Esulta ugualmente anche di fronte ai pericoli incombenti, alle offese e a qualsiasi ingiuria e, scrivendo ai Corinzi, dice: Sono contento del­le mie infermità, degli affronti e delle persecuzioni (cf 2Cor 12,10). Aggiunge che queste sono le armi della giu­stizia e mostra come proprio di qui gli venga il maggior frutto, e sia vittorioso dei nemici. Battuto ovunque con verghe, colpito da ingiurie e insulti, si comporta come se celebrasse trionfi gloriosi o elevasse in alto trofei. Si vanta e ringrazia Dio, dicendo: Siano rese grazie a Dio che trionfa sempre in noi (cf 2Cor 2,14). Per questo, ani­mato dal suo zelo di apostolo, gradiva di più l’altrui freddezza e le ingiurie che l’onore, di cui invece noi sia­mo così avidi. Preferiva la morte alla vita, la povertà alla ricchezza e desiderava assai di più la fatica che non il ri­poso. Una cosa detestava e rigettava: l’offesa a Dio, al quale per parte sua voleva piacere in ogni cosa. Godere dell’amore di Cristo era il culmine delle sue aspi­razioni e, godendo di questo suo tesoro, si sentiva più feli­ce di tutti. Senza di esso, al contrario, nulla per lui signifi­cava l’amicizia dei potenti e dei prìncipi. Preferiva essere l’ultimo di tutti, anzi un condannato, però con l’amore di Cristo, piuttosto che trovarsi fra i più grandi e i più poten­ti del mondo, ma privo di quel tesoro.
Il più grande ed unico tormento per lui sarebbe stato per­dere questo amore. Ciò sarebbe stato per lui la geenna. Tu­nica sola pena, il più grande e il più insopportabile dei supplizi.
Il godere dell’amore di Cristo era per lui tutto: vita, mon­do, condizione angelica, presente, futuro, e ogni altro be­ne. All’infuori di questo, niente reputava bello, niente gioioso. Ecco perché guardava alle cose sensibili come ad erba avvizzita. Gli stessi tiranni e le rivoluzioni di popoli perdevano ogni mordente. Pensava infine che la morte, la sofferenza e mille supplizi diventassero come giochi da bambini quando si trattava di sopportarli per Cristo.

 

 

RESPONSORIO 
Cf 1Tm 1,13-14; 1Cor 15,9

R/. Dio mi ha usato misericordia, perché agivo senza sa­perlo. * La grazia ha sovrabbondato, insieme alla fede e alla carità, che è in Cristo Gesù.

V/. Non merito di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio.

R/. La grazia ha sovrabbondato, insieme alla fede e alla ca­rità, che è in Cristo Gesù.

 

Inno Te Deum (p. 165).

 

 

ORAZIONE

O Dio, che hai illuminato tutte le genti con la parola del­l’apostolo Paolo, concedi anche a noi, che oggi ricordiamo la sua conversione, di camminare sempre verso di te e di essere testimoni della tua verità. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

 

V/. Benediciamo il Signore,

R/. Rendiamo grazie a Dio.

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