Ufficio delle letture

* Per l’approfondimento e la meditazione personale si possono uti­lizzare le letture complementari (non sostitutive di quelle approva­te), riportate in appendice (pp. 504-513).

INNO

Te Paolo con fede invochiamo
maestro e dottor delle genti:
se qualche minaccia c’insidia
tu rendi sicuro il cammino.

Ti spinge l’amore di Cristo
che ti ha riscattato da morte:
da persecutor della Chiesa
ti ha reso fedel testimone.

In grazia del dono raggiunto
ascolta l’ardente preghiera:
rigenera fede e speranza
che vinca ogni nostra stanchezza.

Fiorisca per tua intercessione
in noi carità illimitata:
nessuna contesa la turbi,
né sorgano errori a ferirla.

O vittima grata al Signore,
o luce dai popoli attesa:
te Paolo glorioso avvocato
patrono ora lieti acclamiamo.

Un canto di lode perenne
a Dio uno e trino Signore:
nell’ora del nostro ritorno
con te ci accolga e ci premi. Amen.

 

Oppure un altro inno o canto adatto, approvato dall’autorità competente. 

 

1 ant. Colui che ha affidato a Pietro
la missione tra gli ebrei,
ha affidato a me la missione tra le genti.

 

SALMO 18 A     Inno al Dio Creatore

Ci ha visitati dall’alto un sole che sorge… a dirigere i nostri passi sulla via della pace (Lc 1,78.79).

 

I cieli narrano la gloria di Dio, *
e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il messaggio *
e la notte alla notte ne trasmette notizia.

Non è linguaggio e non sono parole, *
di cui non si oda il suono.
Per tutta la terra si diffonde la loro voce *
e ai confini del mondo la loro parola.

Là pose una tenda per il sole †
che esce come sposo dalla stanza nuziale, *
esulta come prode che percorre la via.

Egli sorge da un estremo del cielo †
e la sua corsa raggiunge l’altro estremo: *
nulla si sottrae al suo calore.

 

1 ant. Colui che ha affidato a Pietro
la missione tra gli ebrei,
ha affidato a me la missione tra le genti.

2 ant. Ho annunziato alle genti le opere di Dio
e ai popoli le sue meraviglie.

 

 

SALMO 63    Preghiera nella persecuzione

E tennero consiglio per arrestare con un inganno Gesù e farlo morire (Mt 26,4).

 

Ascolta, Dio, la voce del mio lamento, *
dal terrore del nemico preserva la mia vita.
Proteggimi dalla congiura degli empi, *
dal tumulto dei malvagi.

Affilano la loro lingua come spada, †
scagliano come frecce parole amare *
per colpire di nascosto l’innocente;

lo colpiscono di sorpresa *
e non hanno timore.

Si ostinano nel fare il male, †
si accordano per nascondere tranelli; *
dicono: « Chi li potrà vedere? ».

Meditano iniquità, attuano le loro trame; *
un baratro è l’uomo e il suo cuore un abisso.

Ma Dio li colpisce con le sue frecce: *
all’improvviso essi sono feriti,
la loro stessa lingua li farà cadere: *
chiunque, al vederli, scuoterà il capo.

Allora tutti saranno presi da timore, †
annunzieranno le opere di Dio *
e capiranno ciò che egli ha fatto.

Il giusto gioirà nel Signore †
e riporrà in lui la speranza, *
i retti di cuore ne trarranno gloria.

 

2 ant. Ho annunziato alle genti le opere di Dio
e ai popoli le sue meraviglie.

3 ant. Sono dinanzi a Dio il profumo di Cristo
fra quelli che si salvano
e fra quelli che periscono.

 

SALMO 96     La gloria del Signore nel giudizio

Questo salmo si riferisce alla salvezza e alla fede di tutte le genti in Cristo (sant’Atanasio).

 

Il Signore regna, esulti la terra, *
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono, *
giustizia e diritto sono la base del suo trono.

Davanti a lui cammina il fuoco *
e brucia tutt’intorno i suoi nemici.
Le sue folgori rischiarano il mondo: *
vede e sussulta la terra.

I monti fondono come cera davanti al Signore, *
davanti al Signore di tutta la terra.
I cieli annunziano la sua giustizia *
e tutti i popoli contemplano la sua gloria,

Siano confusi tutti gli adoratori di statue †
e chi si gloria dei propri idoli. *
Si prostrino a lui tutti gli dèi!

Ascolta Sion e ne gioisce, †
esultano le città di Giuda *
per i tuoi giudizi, Signore.

Perché tu sei, Signore, l’Altissimo su tutta la terra, *
tu sei eccelso sopra tutti gli dèi.

Odiate il male, voi che amate il Signore: †
lui che custodisce la vita dei suoi fedeli *
li strapperà dalle mani degli empi.

Una luce si è levata per il giusto, *
gioia per i retti di cuore.
Rallegratevi, giusti, nel Signore, *
rendete grazie al suo santo nome.

 

3 ant. Sono dinanzi a Dio il profumo di Cristo
fra quelli che si salvano
e fra quelli che periscono.

 

V/.  Narro le lodi del Signore e le sue prodezze,
R/. le sue meraviglie nascoste da secoli.

 

PRIMA LETTURA

Dagli atti degli Apostoli
At 13,113

Riservate per me Barnaba e Saulo
per l’opera alla quale li ho chiamati

C’erano nella comunità di Antiochia profeti e dottori: Barnaba, Simeone soprannominato Niger, Lucio di Cire­ne, Manaèn, compagno di infanzia di Erode tetrarca, e Saulo. Mentre essi stavano celebrando il culto del Signo­re e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiama­ti ». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono.
Essi, dunque, inviati dallo Spirito Santo, discesero a Selèucia e di qui salparono verso Cipro. Giunti a Salamina cominciarono ad annunziare la parola di Dio nelle sina­goghe dei Giudei, avendo con loro anche Giovanni come aiutante. Attraversata tutta l’isola fino a Pafo, vi trova­rono un tale, mago e falso profeta giudeo, di nome Bar-Jesus, al seguito del proconsole Sergio Paolo, persona di senno, che aveva fatto chiamare a sé Barnaba e Saulo e desiderava ascoltare la parola di Dio. Ma Elimas, il ma­go — ciò infatti significa il suo nome — faceva loro op­posizione cercando di distogliere il proconsole dalla fe­de. Allora Saulo, detto anche Paolo, pieno di Spirito San­to, fissò gli occhi su di lui e disse: «O uomo pieno di ogni frode e di ogni malizia, figlio del diavolo, nemico di ogni giustizia, quando cesserai di sconvolgere le vie diritte del Signore? Ecco, la mano del Signore è sopra di te: sa­rai cieco e per un certo tempo non vedrai il sole». Di col­po piombò su di lui oscurità e tenebra, e brancolando cercava chi lo guidasse per mano. Quando vide l’accadu­to, il proconsole credette, colpito dalla dottrina del Si­gnore. Salpati da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge di Panfilia. Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme.

 

oppure:

Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo apostolo
2Cor 2,14-17; 3,1-8

Dio ci ha resi ministri adatti di una nuova alleanza

Siano rese grazie a Dio, il quale ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza nel mondo intero! Noi siamo infat­ti dinanzi a Dio il profumo di Cristo fra quelli che si sal­vano e fra quelli che si perdono; per gli uni odore di morte per la morte e per gli altri odore di vita per la vita.
E chi è mai all’altezza di questi compiti? Noi non siamo infatti come quei molti che mercanteggiano la parola di Dio, ma con sincerità e come mossi da Dio, sotto il suo sguardo, noi parliamo in Cristo.
Cominciamo forse di nuovo a raccomandare noi stessi? O forse abbiamo bisogno, come altri, di lettere di racco­mandazione per voi o da parte vostra? La nostra lettera siete voi, lettera scritta nei nostri cuori, conosciuta e let­ta da tutti gli uomini. È noto infatti che voi siete una let­tera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei vostri cuori. Questa è la fiducia che abbiamo per mezzo di Cristo, da­vanti a Dio. Non però che da noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio, che ci ha resi ministri adatti di una Nuova Alleanza, non della lettera ma dello Spirito; perché la lettera uccide, lo Spirito dà vita. Se il ministero della morte, inciso in lettere su pietre, fu circonfuso di gloria, al punto che i figli d’Israele non potevano fissare il volto di Mosè a causa dello splendore pure effimero del suo volto, quanto più sarà glorioso il ministero dello Spirito?

 

RESPONSORIO 
Gal 1,11 -12; 2Cor 11,10.7

 

R/. Il vangelo da me annunziato non è modellato sull’uo­mo. * Infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.

V/. C’è la verità di Cristo in me, quando io annunzio il vangelo di Dio.

R/. Infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomi­ni, ma per rivelazione di Gesù Cristo.

 

 

SECONDA LETTURA

Dal libro «La grazia e il libero arbitrio» di sant’Agosti­no, vescovo.

(cc 6-7: pl 44, 890.892)

«La nostra capacita viene da Dio»

Noi sappiamo che l’apostolo Paolo si considera privo di ogni merito buono, anzi carico di cattivi. Orbene egli, raggiunto dalla grazia di Dio che rende bene per male, ecco che cosa dice e che cosa scrive a Timoteo sentendo­si ormai prossimo alla fine: «Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fe­de». Egli dunque, che dopo i suoi demeriti ha conseguito la grazia, adesso passa in rassegna i suoi meriti per co­glierne il premio. Ascoltate infatti che cosa aggiunge: « Mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giu­sto giudice, mi consegnerà in quel giorno». Questo giu­sto giudice a chi mai darebbe la corona di giustizia, se il Padre misericordioso non l’avesse prima raggiunto con la sua grazia? E come ci sarebbe questa corona di giusti­zia, se prima non ci fosse stata la grazia che giustifica l’empio? Come sarebbe essa esigita, se prima non ci fos­se stata la grazia gratuita?
Facciamo un altro passo e consideriamo proprio quei meriti dell’apostolo Paolo, per i quali — come egli dice — il giusto giudice gli darebbe la corona. Vediamo un po’ se questi meriti sono proprio suoi, cioè se egli li ha acquistati da se stesso, oppure se sono dono gratuito di Dio.
« Ho combattuto la buona battaglia — egli dice, — ho terminato la mia corsa e ho conservato la fede». Anzitut­to queste buone opere sarebbero nulla se non fossero precedute da buone intenzioni. Ma aspettate anche che cosa egli ne pensa di queste buone intenzioni. Scrivendo ai Corinzi: « Non che noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio», Ora io domando: Con quale vigore ha combattuto? Con quello che gli veniva da lui stesso, o non piuttosto con quello che gli veniva dall’alto? Non è possibile che un tale dottore ignorasse il precetto di Dio, come sta scritto nel Deuteronomio: «Guardati dunque dal pensare: La mia forza e la potenza della mia mano mi hanno acquistato queste ricchezze. Ricordati invece del Signore tuo Dio perché egli ti dà la forza per acqui­stare ricchezze» (Dt 8,17-18). A che giova la buona batta­glia, se non approda alla vittoria? E chi dà la vittoria, se non colui del quale lo stesso Paolo dice: «Siano rese gra­zie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore no­stro Gesù Cristo! » (1Cor 15,57)?
Quegli uomini, però, che non capiscono che cosa intende l’Apostolo con queste altre sue parole: «Riteniamo che l’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dal­le opere della legge» (Rm 3,28), pensano che egli intende dire che all’uomo basta la fede, anche se conduce una vi­ta cattiva e priva di opere buone.
Questo non è affatto il pensiero del Vaso di elezione, il quale ha sì detto in un passo che « in Cristo Gesù non è la circoncisione che conta o la non circoncisione»; però ha subito aggiunto: « ma la fede che opera per mezzo della carità» (Gal 5,6). È per il fatto che le stesse buone opere vengono da Dio — allo stesso modo della fede e dell’a­more — che lo stesso Dottore delle genti ha ricevuto la grazia della vita eterna.

 

oppure:

 

Da uno scritto del servo di Dio Giacomo Alberione, sa­cerdote

(« San Paolo », ottobre 1954 – CISP 1152)

Siate miei imitatori
come anch’io lo sono di Cristo

La Famiglia Paolina si propone di rappresentare e vive­re san Paolo, oggi; pensando, zelando, pregando e santi­ficandosi come farebbe san Paolo, se oggi vivesse. Egli visse i due precetti dell’amore verso Dio e verso il pros­simo in una maniera così perfetta da mostrare in sé il Cristo stesso: «vivit vero in me Christus» (Gal 2,20). Egli si è fatta la Società San Paolo di cui è il fondatore. Non la Società San Paolo elesse lui, ma egli elesse noi; anzi ci generò: «In Christo Jesu per Evangelium ego vos genui» (1Cor 4,15).
Se san Paolo vivesse continuerebbe ad ardere di quella duplice fiamma, di un medesimo incendio, lo zelo per Dio ed il suo Cristo, e per gli uomini d’ogni paese. E per farsi sentire salirebbe sui pulpiti più elevati e moltipli­cherebbe la sua parola con i mezzi del progresso attuale: stampa, cine, radio, televisione. Non sarebbe la sua dot­trina fredda ed astratta. Quando egli arrivava, non com­pariva per una conferenza occasionale; ma si fermava e formava: ottenere il consenso dell’intelletto, persuadere, convertire, unire a Cristo, avviare ad una vita pienamen­te cristiana.
Non partiva che quando vi era la morale certezza della perseveranza nei suoi. Lasciava dei presbiteri a continuare la sua opera; vi ritornava spesso con la parola e con lo scritto; voleva notizie, stava con loro in spirito, pregava per essi.
Egli dice ai paolini: Conoscete, amate, seguite il Divino Maestro Gesù. «Imitatores mei estote sicut et ego Christi» (1Cor 4,16). Questo invito è generale, per tutti i fede­li e devoti suoi. Per noi vi è di più, giacché siamo figli. I figli hanno la vita dal padre; vivere perciò in lui, da lui, per lui, con lui, per vivere Gesù Cristo. Sono per noi ap­propriate le parole ai suoi figli di Tessalonica, ai quali ricorda di essersi fatto per loro forma: «Ut nosmetipsos formam daremus vobis». Gesù Cristo è il perfetto origi­nale; Paolo fu fatto e si fece per noi forma; onde in lui veniamo forgiati, per riprodurre Gesù Cristo. San Paolo-forma non lo è per una riproduzione fisica di sembianze corporali, ma per comunicarci al massimo la sua perso­nalità: mentalità, virtù, zelo, pietà… tutto. La famiglia paolina, composta di molti membri, sia Paolo-vivente in un corpo sociale.
Conoscere e meditare san Paolo nella vita, opere, lettere; onde pensare, ragionare, parlare, operando secondo lui; e invocare la sua paterna assistenza.

 

 

RESPONSORIO
1Cor 15,10; 2Tm 4,7

R/. Per grazia di Dio sono quello che sono * e la sua gra­zia in me non è stata vana.

V/. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede;

R/.  e la sua grazia in me non è stata vana.

 

TE DEUM

Noi ti lodiamo, Dio, *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.

A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell’universo.

I  cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.

O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell’uomo.

Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell’assemblea dei santi.

Ö Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
lodiamo il tuo nome per sempre.

Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.

Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.

 

ORAZIONE

Signore, Dio nostro, che nel tuo amore per gli uomini hai scelto e inviato l’apostolo Paolo ad annunciare il Vangelo di Gesù Cristo morto e risorto, concedi a noi, che lo onoriamo ispiratore e padre, di imitarlo nel porta­re la Parola che salva agli uomini del nostro tempo. Per il nostro Signore.

 

V/. Benediciamo il Signore,

R/. Rendiamo grazie a Dio.

 

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